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Da "picciridda" a "padrona": l'ascesa di Mariangela ai vertici di Cosa Nostra

Maria Angela Di Trapani

PALERMO. Era chiamata semplicemente "la padrona". Senza se e senza me. Comandava lei, e i suoi ordini non si discutevano. Si eseguivano. A lei era stato affidato il Compito, con la C maiuscola: riorganizzare gli assetti del mandamento per farlo tornare agli "antichi splendori".

E lo stava facendo talmente bene che le era arrivata un'ambasciata dai vecchi capi, i padrini che comandavano prima di lei: "Si sta comportando come farebbe un uomo".

Maria Angela Di Trapani è il personaggio centrale dell'operazione Talea, effettuata dai carabinieri e che ha portato all'arresto di 25 persone a Palermo con l'azzeramento di fatto dei vertici dei mandamenti mafiosi di San Lorenzo e Resuttana.

La donna, moglie dello storico boss Salvino Madonia, colui che il 29 agosto del 1991 freddò Libero Grassi, e figlia del boss Ciccio Di Trapani, è stata scarcerata due anni fa, e subito dopo essere tornata in libertà, ha iniziato a darsi da fare per ricostruire dalle macerie quel mandamento, da sempre così vicino al "capo dei capi", Totò Riina.

Figlia del boss Ciccio Di Trapani, sorella di un altro boss, Nicola, era soprannominata in famiglia "a picciridda". In una intercettazione il fratello ne parla con tenerezza: "Mariangela ha sofferto da picciridda" perché - raccontava - durante la latitanza del padre "a scuola non c'è più andata per amore di mio padre e di me... perché se ne è voluta venire con noi".

Sfruttava i colloqui in carcere col marito e i cognati Nino e Giuseppe, entrambi capimafia ergastolani, per mantenere i contatti dei familiari col mandamento di Resuttana, guidato dai Madonia dai tempi in cui a comandare era il suocero di Mariangela, Francesco. Dall'inchiesta dell'Arma viene fuori il ruolo attuale della donna, che avrebbe preso le redini del clan, e il peso che la famiglia Madonia continua ad avere in Cosa Nostra.

Tra le decisioni veicolate all'esterno grazie al contributo della Di Trapani, secondo gli inquirenti che l'arrestarono nel 2008, ci sarebbe stata quella di eliminare l'allora reggente di San Lorenzo Giovanni Bonanno, che, oltre a a fare la cresta sulle casse del clan, sarebbe avrebbe messo in giro la voce che il figlio di Mariangela e Salvino Madonia, Francesco, fosse frutto di un tradimento e non di un concepimento in provetta. Un affronto che non poteva restare impunito.

"La risposta che tu devi dare a Salvo è che quello non c'è più" diceva Nino Madonia a Mariangela, che poi avrebbe trasmesso il messaggio al marito. Bonanno scomparve nel gennaio 2006 e un mese dopo il boss Salvatore Lo Piccolo scriveva un pizzino a Bernardo Provenzano, ancora latitante: "Purtroppo non c'è stato modo di scegliere altre soluzioni. E a questo punto abbiamo dovuto prendere questa amara decisione".

Mariangela Di Trapani non è la prima boss in gonnella di Cosa nostra: l'ultimo caso è quello di Patrizia Messina Denaro, sorella del boss latitante Matteo Messina Denaro, arrestata nel 2013 . Per gli inquirenti, "svolgeva un ruolo di raccordo con il fratello per scambi d'informazioni e per il coordinamento delle risorse economiche".

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