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La tradizione dei Morti, così i palermitani ricordano i propri cari

PALERMO. "Ogn'anno, il due novembre, c'è l'usanza per i defunti andare al cimitero. Ognuno ll'adda fa' chesta crianza. Ognuno adda tené chistu penziero". Risuonano più che mai attuali i versi della poesia "'A livella", di Antonio de Curtis, in arte Totò.

Manca poco al 2 novembre, giorno dedicato alla Commemorazione dei defunti, e i palermitani sono già pronti a ricordare i propri cari defunti, andandoli a trovare al cimitero, e portare loro un omaggio floreale.

Vere e proprie processioni, in barba a viabilità rivista e corretta, strade chiuse, traffico rallentato e auto in fila.

Il palermitano tiene fede alle sue tradizioni, rendendo omaggio a chi non c'è più.

Il via vai dai cimiteri  della città - Rotoli, Sant'Orsola, Santa Maria di Gesù, Cappuccini - è già iniziato, anche se culminerà giovedì 2 novembre.

Secondo quanto stabilito dalla Chiesa, la Commemorazione dei defunti è tuttavia preceduta da un tempo di preparazione in suffragio dei defunti che dura 9 giorni. Si tratta della novena dei morti, che inizia il 24 ottobre.

Alla commemorazione è connessa la possibilità di acquistare un'indulgenza, parziale o plenaria.

La consuetudine viene osservata anche nel resto del mondo. Nei paesi dell'America Centrale, ad esempio, è abitudine visitare i cimiteri, addobbare le tombe con fiori, ma anche con giocattoli e alcolici.

In alcune abitazioni del Messico, invece, si prepara ancora l'altare dei morti con tanto di immagini del defunto, una croce, un arco e incenso.

Anche nelle Filippine il rito della Commemorazione dei defunti è molto sentito e seguito, con tombe abbellite e preghiere offerte ai cari estinti.

Stessa cosa anche in Italia, specie in Sicilia. A Piana degli Albanesi, ad esempio, i defunti sono sì commemorati ma secondo la tradizione orientale di rito greco-bizantino, quindi nelle settimane che precedono la Quaresima.

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