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Medici e infermieri «in trincea», a Palermo un progetto contro le aggressioni - Video

PALERMO. Nella migliore delle ipotesi sono insulti, nella peggiore si passa alle mani, con calci e pugni e anche di più. Contro il Far West di pronto soccorso e corsie di ospedale, a Palermo si corre ai ripari con il «Protocollo di rilevazione degli atti di violenza a danno degli operatori sanitari e sindrome da Burnout correlata». È un progetto che vede insieme l'associazione scientifica «Hospital & clinical risk managers», l'Ordine dei medici della provincia, il Policlinico «Paolo Giaccone», in collaborazione con diverse Aziende sanitarie regionali e l'università La Sapienza di Roma.

L'obiettivo è quello di arginare le violenze, facendo anche in modo che gli stessi camici bianchi rompano il muro di silenzio che a volte copre questi episodi. «Questo protocollo - sottolinea il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin - è una delle risposte che vanno date di fronte a terribili fatti di cronaca che hanno colpito anche la Sicilia: abbiamo la necessità di ricostruire un clima di sicurezza per gli operatori sanitari».

Secondo alcuni dati non proprio recenti, nel 2006 gli infortuni denunciati all'Inail sono stati 234 a danno degli infermieri e 7 dei medici. Oltre questo però c'è un fitto sottobosco di chi invece non parla. «Generalmente tali episodi - dice il presidente dell'Ordine dei medici, Toti Amato - si sviluppano secondo una precisa progressione. Nella maggior parte dei casi, un gesto estremo di violenza inizia con espressioni verbali aggressive, che devono essere valutate e gestite sul nascere. Conoscere tale progressione consente di comprendere e valutare subito quanto sta accadendo ed interrompere il corso degli eventi. Sono previsti moduli formativi declinati alle varie figure professionali, per il management, per i medici, per gli operatori sanitari e per il personale di sicurezza».

Secondo le rilevazioni dell'Associazione «Hospital & Clinical Risk Managers», le aggressioni cresceranno. Tra le cause, l'aumento di pazienti con disturbi psichiatrici dimessi dalle strutture ospedaliere e residenziali, abuso di alcol e droga, accesso senza restrizione di visitatori negli ospedali e nelle strutture ambulatoriali, lunghe attese nelle zone di emergenza e nelle aree cliniche.

«Dal prossimo 14 novembre, in collaborazione con l'Ordine dei medici - annuncia Alberto Firenze, che presiede l'associazione - partirà anche il progetto formativo pilota “School of clinical risk management”, finalizzato alla gestione del rischio clinico in ospedale e la sicurezza dei pazienti». Oltre alla formazione, sono previste misure come l'installazione di impianti di allarme o di videosorveglianza. «Si lavora in trincea - aggiunge Franco Gargano, presidente del collegio degli infermieri Ipavsi-Palermo -: serve personale di vigilanza che non sia solo un'interfaccia». «Deve passare il concetto di tolleranza zero - avverte Fabrizio De Nicola, commissario del Policlinico, ente capofila del progetto -. Alcuni episodi non vengono neanche denunciati e questo è un errore».

immagini di Marco Gullà

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