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Morosi della Tari a Palermo, la caccia parte in... Comune

PALERMO. A caccia. Di soldi. E si comincia da coloro che sono creditori del Comune per i quali, secondo la ragioneria generale, si può applicare il principio della compensazione. L’assessore Antonino Gentile fa sul serio e comincia la lotta a evasori e morosi della Tari «pescando» all’interno dell’ente e utilizzando una misura che aveva annunciato insieme alle altre per combattere il fenomeno. Con qualche sorpresa dai risvolti pirandelliani.

Ieri una nota di poche righe è stata inoltrata a tutti i dirigenti di uffici e servizi con un tabulato allegato, contenente i nomi di persone fisiche e giuridiche in rapporti economici con Palazzo delle Aquile. Fra questi, ad esempio, persino consiglieri comunali e dipendenti che mensilmente ricevono stipendio o gettoni di presenza. L’amministrazione sostanzialmente va alla guerra, stretta dalla «contingente crisi di liquidità che affligge l’ente».

Per questo si «ritiene indispensabile - scrive Gentile - che tutti gli uffici responsabili della spesa provvedano, all’atto della predisposizione dei prossimi atti di liquidazione e pagamento, a verificare preventivamente se il debito di imposta sia stato pagato, in caso contrario procedano a compensazione ex articolo 1243 del codice civile».

Si va da debiti importanti che sfiorano i 400 mila euro, a importi infimi di poco più di 2 euro. Nell’elenco, a titolo informativo per gli uffici, sono state inserite le posizioni di importanti società come Unicredit che non ha versato la prima rata, ma ha scelto il 6 ottobre di versare in un’unica rata i 349 mila euro dovuti come riesce a dimostrare con esemplare tempestività. Stessa cosa per Telecom: ad aprile ha versato 137 mila euro, entro il 31 ottobre ne dovrà dare altri 149 mila. Lo stesso dicasi per Win, Bnl e la stessa Riscossione Sicilia...

E se queste posizioni sono regolari, certamente non lo è quella di Amat. L’azienda dei trasporti deve per gli ultimi tre anni 373 mila 172 euro. Anche se c’è da dire che proprio in questo caso è il Comune che deve un sacco di soldi all’Amat, molti di più di quelli che ora manderà in compensazione. «Procedura - dice il presidente Antonio Gristina - normale all’interno della rete amministrativa».

Scorrendo la lista ci sono nomi come quella di «Riolo automobili srl», la società di famiglia dell’assessore alle Aziende, Iolanda, che risulta avere un residuo di 7.272 euro da versare riferibile a 2016 e 2017 (oltre 9 mila euro comunque risultano già pagati); la Sicurtransport con oltre 18 mila euro; Siciliambiente, 5 mila; quasi 3 mila euro la cooperativa «Pueri». Il Centro padre Nostro ha ancora 4.235 euro da saldare per mettersi definitivamente in regola. E poi ci sono società sportive, immobiliari, bar, officine meccaniche, associazioni professionali, cooperative sociali, opere pie.

C’è persino la «Congregazione femminile dei poveri» che risulta avere un «sospeso» di 48 mila euro per i quale comunque ha tempo sino a fine mese per regolarizzare. Situazione fotocopia per l’Asp che risulta con 52 mila euro da pagare, ma ha già versato un maxi-acconto di 715 mila euro. L’impressione è quella di un provvedimento che tende ad accelerare la possibilità di rientrare in possesso del credito vantato, diffondendo una lista in cui non tutti sono ancora morosi conclamati. Ieri abbiamo tentato di contattare l’asses - sore, ma senza fortuna.

A memoria, comunque, non sembra esserci un precedente simile nella storia dei rapporti fra Palazzo delle Aquile e i contribuenti. La ragioneria sta facendo ricorso a una previsione contemplata anche dal regolamento delle entrate comunali. Precisamente all’articolo 31. Norma che prevede, comunque, che «la giunta ogni anno determinerà l’im - porto minimo dell’obbligazione oltre il quale dovrà essere attivata la procedura di compensazione». E c’è già chi maligna: «Ma questa delibera di giunta esiste?»

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