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Addio a Marcello Clausi, con Cult ha raccontato la Palermo glamour

Marcello Clausi

PALERMO. Cannoli e crociere. Perché Marcello Clausi era goloso e adorava salire sulle navi. Ci piace ricordarlo così, con quel sorriso stampato in faccia, con la voglia di inventare sempre qualcosa di nuovo. Prima con la macchina fotografica, poi con la sua creatura Cult, che a sua volta era nata ridendo.

Avrebbe compiuto 48 anni a febbraio, e invece è scomparso ieri notte, il giornalista e fotografo che ha attraversato gli anni Novanta tenendo in tasca gli scatti di tutti coloro che contavano. Perché una festa non era riuscita se mancava Cult: e Marcello lo chiamavano tutti, dallo zio che voleva fare un regalo alla nipote diciottenne al politico che presentava una lista.

E a tutti trovava spazio, questo sì, perché Cult era come un pollo cicciottello e patinato, la ingozzavi a forza perché c’era sempre qualcuno che arrivava all’ultimo minuto. Marcello è stato un fotografo praticamente da sempre: dopo un breve periodo passato a Roma, aveva deciso di darsi da fare a Palermo.

E così aveva cominciato a scattare foto, per il Giornale di Sicilia e per le agenzie prima, per molte altre testate poi: non di cronaca nera, che in questi anni Ottanta a Palermo era di moda, ma di personaggi. Con un occhio particolare per cinema e tv: ricordo le ore passate in una villetta ancora non completata di fronte all’eliporto di Taormina, doveva arrivare Tom Cruise, e quello scatto valeva oro.

Pian piano arrivarono anche i fotografi delle agenzie internazionali, ma Marcello era lì prima di tutti. Ad un certo punto un contadino, che assisteva da casa sua a questo infittirsi di teleobiettivi, ci venne a portare acqua e fichi. Ah, e la foto la facemmo. E così anche sulla spiaggia di Mazzarrò, quando fingemmo di essere fidanzati per avvicinarci e scattare la pancetta troppo prominente di una Velina.

E alla Tonnara di Scopello: giravano Ocean’s twelve, ci appostammo per ore a casa di amici di amici di amici, ma alla fine portammo a casa Catherine Zeta-Jones e Brad Pitt… Ricordi, che oggi fanno dire che Marcello aveva una marcia in più. Perché aveva capito molto prima degli altri, che il gossip era un lavoro. Così quando sulle pagine del Giornale di Sicilia chiuse la rubrica “Chi c’era, chi c’è” – che lui stesso aveva contribuito a far nascere – decise che era giunto il momento di dar vita a Cult: leggero, colorato, mai irriverente se non in quello scatto che faceva capolino e non lo potevi fermare…

Collaboravamo tutti, all’inizio ci pagava con la caponata della sua mamma (anzi, c’è chi ha poi preferito continuare con la caponata…), poi Cult cominciò ad essere una bella realtà, con una redazione giornalistica che riuscì anche a fare qualche intervista scoop, vedi quella a Massimo Ciancimino.

Ma Marcello non amava scrivere: digitava con un dito per volta e ti rideva in faccia se gli parlavi di tecnologie avanzate, odiava Facebook e non si ricordava mai le parole di una canzone, anzi le reinventava da sé. Ma il fiuto della notizia, quello sì che lo aveva.

Alla festa annuale di Cult, si contavano i politici che non avrebbero mai mancato la passerella, gli attori, le PR. Ma la crisi si è mangiato Cult, e Marcello si è dedicato ad altro: le idee gli venivano una sull’altra, anche all’estero, anche lontane dal giornalismo, non riusciva a stare con la testa ferma.

Da qualche tempo era nato Cult Travel, sito online che premiava l’altra sua grande passione, i viaggi e le crociere. E aveva tanti altri progetti che non verremo mai a sapere. Marcello Clausi lascia la moglie Serena e tre bimbi. I funerali saranno martedì 10 ottobre alle 1o alla chiesa di Santa Maria di Monserrato in piazza Croci.

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