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Pazienti dirottati da ospedali pubblici a cliniche private, assoluzioni e riduzioni di pena

Tribunale di Palermo

PALERMO. Quattro assoluzioni e cinque riduzioni di pena nel processo a dirigenti delle cliniche private palermitane accusati - a vario titolo - di abuso d'ufficio, truffa e falso per il trasferimento di pazienti dagli ospedali pubblici alle cliniche private.

Alcune accuse erano già cadute in primo grado: corruzione e concussione erano state riqualificate in abuso d'ufficio. Il risultato fu l'assoluzione dei vertici della clinica La Maddalena e la condanna di quelli della Latteri e della Pasqualino Noto.

Adesso ci sono altre quattro assoluzioni “perché il fatto non sussiste”: Vincenzo Saletta e Giuseppe Di Lisi, medico ed ex direttore sanitario della clinica Latteri che avevano avuto 3 anni e 8 mesi; Rossana Novelli e Salvatore Pastore, entrambi dipendenti della clinica Noto avevano avuto due anni e due mesi ciascuno. La seconda sezione della corte d’appello ha infatti accolto le istanze dei difensori, tra i quali Giovanni Di Benedetto, Ennio Tinaglia ed Enrico Sorgi.

Ridotte le condanne a Maria Rosaria Valerio da 5 anni a un anno e 9 mesi, Giuseppe Antonio Iannello da 4 anni a 1 anno e 4 mesi, Maria Teresa Latteri da 4 anni a un anno e mezzo, Giovanni Gagliardo Di Carpinello, legale rappresentante della clinica Noto Pasqualino, da tre anni e due mesi a un anno e due mesi, e il direttore sanitario Giovanni Sparacia da tre anni e due mesi a un anno e due mesi.

Secondo l’accusa, Valerio, oncologa del Policlinico, e Iannello, medico del pronto soccorso di Villa Sofia,  avrebbero dirottato pazienti alla Noto e alla Latteri, sostenendo che nelle strutture pubbliche non c'erano posti. Gli ospedali erano parte civile con l'assistenza dell'avvocato Massimo Motisi.

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