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Truffa sui pannoloni all'Asp di Palermo, chieste condanne per 5 imputati

PALERMO. Autorizzazioni false per avere pannoloni per incontinenti, cibo per celiaci e pungidito per diabetici. Una truffa che fu smascherata nel 2014 dal commissario prima e manager ora dell'Asp 6, Antonio Candela che riscontrò una serie di irregolarità nelle fatture presentate da tre farmacie e da una parafarmacia.

Adesso per cinque imputati sono state chieste le condanne nell'abbreviato che si svolge davanti al gup Fabrizio Molinari. Sei anni e nove mesi sono stati chiesti per Giuseppe Pepe, socio accomandatario della farmacia Trossarelli di via Francesco Paolo Perez, assistito dall’avvocato Rosa Garofalo; Gaetano Sirchia, titolare della farmacia Del Vespro di corso Tukory, assistito da Fabrizio Biondo; Pietro Li Sacchi, funzionario dell'ufficio H del Dipartimento di riabilitazione con sede all'interno dell'ospedale Guadagna, assistito dall’avvocato Paolo Grillo; e Giuseppe Vallino, assistito dall’avvocato Giulio Drago. La condanna a 2 anni e 8 mesi è stata chiesta dal pm Enrico Bologna per Diego Genovese, proprietario anche lui di una farmacia sempre in corso Tukory, assistito dagli avvocati Carolina Varchi e Michele Gallo.

Ha scelto invece l'ordinario Andrea Lo Iacono, titolare di una parafarmacia con sede in via Carlo Pisacane, assistito dagli avvocati Francesco Crescimanno, Giuseppe Piazza e Francesca Romana De Vita. I sei furono arrestati a dicembre del 2014 dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria nella Procura della Repubblica, coordinati dal procuratore aggiunto Dino Petralia e dai sostituti Enrico Bologna e Daniela Varone. Sono accusati di truffa in concorso e di avere falsificato una sfilza di pratiche accedendo in maniera illecita al sistema informatico dell'Asp di Palermo. Il tutto per incassare i rimborsi dall'azienda.

La procedura per i rimborsi è piuttosto semplice: il paziente, la cui incontinenza è stata accertata da una visita specialistica, presenta la documentazione all'Asp che lo registra in una banca dati. Quindi, lo autorizza a presentarsi in farmacia per ritirare i pannoloni. Stessa cosa avviene per i diabetici che sono affetti anche da celiachia e dunque non possono mangiare cibi che contengono glutine. Ma Candela riscontrò una serie di irregolarità e mandò le fatture dei rimborsi ai carabinieri. Secondo l’accusa, Li Sacchi sarebbe entrato nel sistema informatico per creare delle false identità di pazienti. Molti documenti sarebbero risultati falsificati: alcune pratiche erano intestate a ignari anziani che, convocati dagli investigatori, hanno detto di non soffrire di incontinenza e di non avere mai fatto richiesta per ottenere i pannolini. Eppure risultava che li avessero ritirati in farmacia.

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