Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Truffa alla Gesap, Scelta si difende: "Incarichi e spese non passavano da me"

Carmelo Scelta

PALERMO. “Tutto passava dall’amministratore delegato Dario Colombo e prima dall’ufficio legale diretto da Vincenzo Petrigni”. Si difende così Carmelo Scelta, ex direttore generale della Gesap, la società che gestisce l’aeroporto di Palermo “Falcone e Borsellino”. Per un paio d’ore, durante l’udienza preliminare che si svolge davanti al gup Marco Gaeta, ha cercato di abbattere una a una le accuse che gli sono contestate dal pm Luca Battinieri e cioè di aver pilotato le gare, di truffa ai danni dello Stato, corruzione. Per gli inquirenti, all’interno della Gesap c’era una cricca che gestiva gli appalti.

Tutto falso secondo Scelta e l’ex responsabile area Manutenzione della società, Giuseppe Liistro,anche lui sentito oggi dal gup che cerca di accorciare i tempi per sventare la fine dei termini di custodia cautelare prevista per il 30 settembre. Sia Scelta che Liistro, infatti, se il giudice non riuscisse a pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura, sarebbero liberi dagli arresti domiciliari sabato prossimo. Scelta - assistito dall’avvocato Enrico Sanseverino e Giovanni Di Benedetto - ha spiegato che era tutto in regola, nessuna truffa. “Tutto veniva messo alla firma dell’amministratore delegato - ha spiegato .- Come si può vedere dal funzionigramma, non potevo affidare gli incarichi, mettere firme, fare impegni di spesa. Per qualsiasi cosa c’era sempre il parere legale positivo di Petrigni. Da lui passavano i contratti per appalti, spese, incarichi”. La posizione di Petrigni, anche lui indagato, è stata stralciata.

Gli appalti per il restyling dell'aeroporto Falcone e Borsellino - hanno svelato le indagini della polizia - erano affidati sempre alle stesse ditte. E senza seguire le procedure dettate dalla legge. Ma per Scelta non è così.  “Intanto gli appalti erano quattro e non uno solo”, ha detto. A Scelta, infatti, viene contestata la parcellizzazione degli appalti che avrebbe agevolato la ditta romana che se li aggiudicava quasi tutti. “o spacchettamento era assolutamente consentito - ha detto - era legale e comunque, anche questa sempre sottoposta al Cda e alla firma dell’amministratore delegato. C’era anche un collegio sindacale che faceva un controllo gestionale. La parcellizzazione ci consentiva di accedere più rapidamente ai contributi previsti dalla normativa europea , altrimenti i fondi sarebbero stati persi”. “Non c'è stato alcun appalto pilotato – ha ribadito - Non capisco perché devo rispondere di ciò che non ho commesso". "Tutto è avvenuto dietro il parere dell'avvocato Vincenzo Petrigni – ha aggiunto - e lui per me era garanzia di legalità. L'avvocato Petrigni ci confortava dicendo che ciò che si faceva non era contro la legge e in nessun caso l'ad ha sollevato perplessità ". Sulla stessa onda anche la testimonianza di Liistro. “Io ero a dirigere l’ufficio di manutenzione, un ufficio tecnico – ha detto – Come potevo gestire contratti?”.

Tag:

Caricamento commenti

Commenta la notizia