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Processo Borsellino sotto la lente del Csm, Fiammetta: "Anomalie nel lavoro dei magistrati"

PALERMO. Il Csm acquisirà, non appena saranno depositate, le motivazioni della sentenza del processo Borsellino quater e successivamente - a quanto si apprende - deciderà se aprire una pratica in prima commissione per verificare l’operato dei magistrati che si occuparono delle testimonianze di Vincenzo Scarantino, prima collaboratore di giustizia che poi ha più volte ritrattato. A chiedere al comitato di presidenza del Csm di aprire una pratica in prima commissione, competente in materia di incompatibilità dei magistrati, era stato il consigliere Aldo Morgigni. La prossima riunione del Comitato di presidenza è fissata per giovedì 28 settembre.

'Ho scritto una lettera al Csm chiedendo al presidente della Repubblica quali sono le iniziative che il Consiglio ha ritenuto di intraprendere dopo quanto deciso il 19 luglio. Noi in quella lettera chiediamo, come dice lo stesso consigliere Morgigni, se nella condotta dei magistrati dei processi Borsellino I e II si siano verificate queste anomalie': lo ha detto Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, il procuratore aggiunto di Palermo ucciso nella strage di via D’Amelio il 19 luglio '92, intervenendo a 'La radio ne parla' su Rai Radio1. La lettera, scritta coi fratelli Lucia e Manfredi, segue la nota del consigliere Aldo Morgigni, che ha sollecitato un’iniziativa della prima commissione in merito ai magistrati che si occuparono delle indagini sulla strage.

«Il nostro silenzio è stato dettato dal rigore e da una necessita di sopravvivenza - ha aggiunto Fiammetta Borsellino - noi denunciamo anomalie che hanno caratterizzato la condotta di politici e magistrati dei processi Borsellino I e II, anomalie condotte da uomini delle istituzioni. Nella Procura di allora c'erano Tinebra, Di Matteo, la dottoressa Palma e altri. Ricordo che tra quelli che andarono via e presero le distanze da quel modo di fare le indagini c'era la dottoressa Boccassini. Quando intendo anomalie, parlo di verbalizzazioni, interrogatori, sopralluoghi non corretti».

«Le mie denunce - ha concluso - non sono un mero dibattito tra me e il procuratore Di Matteo, questa semplificazione fa molto comodo a chi sta bene nascosto nell’ombra. È una semplificazione che toglie l’attenzione al nostro fine, che è quello di addivenire alla verità. Il nostro è un urlo di dolore. È vero che si può tornare ad aprire un processo, ma la procura di Caltanissetta ha uomini e mezzi? Mio padre si meritava questo.... dopo 25 anni, quasi tutto è compromesso».

L’ultimo processo Borsellino si è concluso il 13 luglio scorso con la sentenza della corte d’appello di Catania che ha rivisto le condanne, alcune delle quali all’ergastolo, emesse a Caltanissetta a carico di 9 persone coinvolte ingiustamente nell’attentato al giudice Paolo Borsellino. Tutti gli imputati sono stati assolti dall’accusa di strage. A chiedere il processo di revisione - che si è poi celebrato a Catania - era stata la stessa procura generale di Caltanissetta. Alla base del nuovo giudizio, le rivelazioni del pentito Gaspare Spatuzza, che ha smentito altri collaboratori di giustizia.

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