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Delitto dell'Acquasanta, vicino confessa: "Aveva minacciato la mia famiglia"

Il fermato Giovanni Pizzuto, nel riquadro Pietro Francesco Maronia

PALERMO. Ha confessato Giovanni Pizzuto, l’uomo di 28 anni, vicino di casa di Francesco Paolo Maronia ucciso ieri in vicolo Pipitone, all’Acquasanta. "Aveva minacciato la mia famiglia", così Pizzuto ha spiegato il delitto del posteggiatore abusivo che aveva alle spalle anche altri piccoli precedenti penali.

Pizzuto è stato fermato ieri sera ed interrogato in nottata dal magistrato. Il 28enne avrebbe ucciso con una pugnalata al petto il vicino di casa. Giovanni Pizzuto è stato sottoposto a fermo, accusato di omicidio volontario. Dopo un lungo interrogatorio negli uffici della squadra mobile Pizzuto avrebbe confessato.

Secondo la ricostruzione della polizia, intorno alle 20 in vicolo Pipitone avrebbe prima accoltellato il suo vicino di casa e poi si sarebbe chiuso nella sua abitazione. Nonostante la confessione gli agenti della squadra mobile hanno continuato a cercare riscontri alla ricostruzione fornita dal sospettato. Infatti sono state trovate prove importanti in seguito ai rilievi della polizia scientifica.

Le impronte di Pizzuto, che è stato portato nel carcere dei Pagliarelli, sono state trovate sul coltello. Sia Pizzuto che Maronia sono disoccupati ed entrambi pregiudicati per reati contro il patrimonio.

Pare che entrambi i vicini di casa avessero bevuto un po’ troppo ieri sera: uno scontro verbale, poi è scattata le lite, finita nel sangue. Pizzuto avrebbe ucciso il suo vicino di casa con una sola coltellata, ha lasciato l’arma del delitto nel petto della vittima ed è tornato a casa. Ad allertare il 118 una donna che abita in zona e che ha segnalato che c’era un uomo morto per strada. I sanitari del 118 sono arrivati sul posto in pochi minuti, ma per Maronia non c’è stato nulla da fare.

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