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Sequestrati i cani affidati all'Aivac, indagati anche due dirigenti del Comune di Palermo

Il canile di Palermo

PALERMO. Una trentina di cani sequestrati e riaffidati all’amministrazione comunale, quattro indagati - tra cui il dirigente comunale Gabriele Marchese e il dirigente del canile municipale Claudio Tedesco e due animalisti -, un’incursione e un furto che destano sospetti e una lunga scia di polemiche.

Continua a far discutere la gestione del canile, finita ieri nel mirino del giudice per le indagini preliminari Nicola Aiello. L’atto di sequestro emanato ieri riguarda i cani che erano stati trasferiti dalla struttura di via Tiro a Segno a Ragusa in quanto adottati dall’associazione Aivac che fa capo al presidente Antonio Capizzi e all’animalista Chiara Notaristefano.

Contro di loro, nei mesi scorsi, gli animalisti che collaborano con il canile di Palermo, si erano scagliati in quanto ritenuti dagli stessi non interessati al benessere dei cani quanto piuttosto agli incentivi che il Comune erogava per le adozioni.

È di quest’anno infatti il bando comunale che assegna 480 euro a privati o associazioni che adottano un cane del canile. L’intento era quello di svuotare il canile di via Tiro a Segno così da dare inizio al suo interno ai lavori di ristrutturazione tanto attesi.

Ma a queste accuse e illazioni il dirigente responsabile del canile municipale Gabriele Marchese non ci sta: «Nell’atto di sequestro sono contenute notizie false – dice senza mezzi termini –. Il provvedimento contiene errori di fatto e di diritto. I cani sequestrati sono 17 e non vengono contestate le condizioni in cui vivono gli animali perché il canile “Dog Professional” di Ragusa al quale si appoggia l’associazione Aivac, e dove i cani si trovano ancora adesso, è perfettamente a norma e in regola. Viene messa in dubbio la legittimità dell’Aivac a beneficiare dell’incentivo per le adozioni».

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