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Clochard bruciato vivo a Palermo: rito abbreviato, processo dal 19 luglio

Giuseppe Pecoraro, l'uomo accusato dell'omicidio

PALERMO. Comincerà il 19 luglio il processo a Giuseppe Pecoraro, imputato dell'omicidio del clochard Marcello Cimino, bruciato vivo, a marzo scorso, mentre dormiva su un giaciglio di fortuna davanti al ricovero dei Capuccini a Palermo. La difesa, che ha scelto il rito abbreviato (che si svolgerà davanti al gup Maria Cristina Sala), punta sull'incapacità di intendere e volere che sarebbe - secondo i consulenti - gravemente limitata.

Pecoraro avvertirebbe anche  "disagio antisociale". Il gip, le scorse settimane, ha accolto la richiesta di giudizio immediato avanzato dalla Procura, scelta che consente di "saltare" l'udienza preliminare.

Pecoraro, arrestato dalla polizia poche ore dopo il delitto, e ripreso durante l'omicidio da una telecamera di videosorveglianza, ha confessato, raccontando agli inquirenti di aver agito perché Cimino insidiava la sua compagna.

L'assassino, separato, lavorava come impiegato in una stazione di servizio, a pochi metri di distanza dalla struttura religiosa, che frequentava con regolarità, dividendo la mensa con altri ospiti e anche con l'uomo che - secondo le sue fantasie - voleva portargli via la donna. Qualche sguardo di troppo, da parte dell' "intruso" Cimino, ha fatto scattare in Pecoraro la furia omicida.

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