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Falcone, Borsellino, i depistaggi
L'opera "Le parole rubate" in diretta
dal Teatro Massimo di Palermo

PALERMO. In diretta dal Teatro Massimo di Palermo “Le parole rubate” dei giornalisti Salvo Palazzolo e Gery Palazzotto. Protagonisti il computer portatile di Giovanni Falcone e la borsa di Paolo Borsellino in un'indagine sul palcoscenico condotta dall'attore Ennio Fantastichini, all'interno di uno spettacolo che ha la regia di Giorgio Barberio Corsetti; le musiche di Marco Betta sono eseguite da una formazione di trenta professori d'orchestra, diretta da Yoichi Sugiyama.

I fatti sono noti. Sabato 23 maggio 1992, alle 22, quattro ore dopo la strage di Capaci, due magistrati e un ufficiale dei carabinieri entrano nell’ufficio di Giovanni Falcone al ministero della Giustizia, si guardano intorno: lasciano lì i computer, i documenti e gli appunti del magistrato appena assassinato. Entrano, guardano e se ne vanno.

Cinquantasette giorni dopo, sabato 19 luglio, alle 16.57, Paolo Borsellino scende dalla sua auto blindata in via d’Amelio a Palermo. In una mano ha una sigaretta, nell’altra l’accendino con cui la accende. La borsa con la sua agenda rossa è in auto e lì rimarrà sin quando, due minuti dopo, Cosa Nostra farà esplodere una Fiat 126 imbottita con novanta chili di tritolo. Poi quell’agenda rossa sparirà, diventata simbolo di tutti i misteri italiani. Lo spettacolo parte dal primo episodio e arriva all’altro, uno schermo in scena a raccontare i momenti più salienti della storia, Fantastichini a interpretare il monologo di un uomo che incastra i tasselli di un puzzle rimasto incompiuto per un quarto di secolo.

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