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A Palermo i 50 anni del teatro Libero: storia e primi bilanci

PALERMO. A maggio a Parigi divampano i primi scontri tra gli studenti delle università di Nanterre e della Sorbona e la polizia che innescano anche in Europa la grande contestazione.

Negli Usa sono assassinati Martin Luther King e il candidato democratico alla presidenza Robert Kennedy, fratello di John.

Viene eletto alla Casa Bianca Richard Nixon.

Le truppe del Patto di Varsavia invadono la Cecoslovacchia mettendo fine alla Primavera di Praga. In Sicilia il terremoto del Belice causa la morte di 370 persone.

Capo dello Stato è Giuseppe Saragat. Correva l’anno 1968. In quei giorni a Palermo nasce il Teatro Libero. Ed oggi con lo spettacolo, «Spazi Sospesi», è calato il sipario sulla 49esima stagione. Siamo dunque alla vigilia del cinquantesimo anniversario. Il bilancio di questi «formidabili anni» lo fa il fondatore Bene Mazzone, docente universitario, regista.

«Ho creato il Teatro Libero Palermo nell’autunno 1968, con attori, provenienti dall’esperienza del Cut-Teatro dei 172, chiuso dopo i fatti del maggio francese del '68. - dice - Il primo spettacolo è stato presentato a marzo del '69: 'Insulti al pubblico' di Peter Handke. Un lungo percorso di creazione che ci ha premiato perché, dopo Palermo, lo spettacolo fu invitato subito al Festival di Zagabria, nella ex-Jugoslavia, e di Wroclaw in Polonia, aprendoci una porta verso l’Europa ed il mondo intero, che ci fece poi realizzare Incontroazione teatro festival, a partire dal 1970. Credevamo allora che si potesse ancora cambiare il mondo a partire da noi stessi».

«Gli spettacoli del teatro Libero sono stati numerosissimi, così pure quelli ospitati per l’Incontroazione e poi per le stagioni internazionali - aggiunge Mazzone - Mi piace ricordare certamente i molti di danza, da Magui Marin a Preljocaj, Bolek Polivka, Jerzy Sthur con «Delitto e castigo» di Wajda, Eugenio Barba, Il teatro Laboratorio di Grotowski, solo per citarne alcuni».

Il Teatro Libero ha avuto diverse sedi.

«Infatti - ricorda - con Incontroazione abbiamo sperimentato tanti luoghi teatrali non sempre deputati, dal tendone del Circo Martini, alle palestre delle scuole, la Galleria d’arte moderna di Palermo, il Teatro Biondo e l’ex-cinema Biondo. La prima sede del Libero è stata una soffitta, poi le sale di rappresentante dell’ex-Hotel de France, trasformate in Laboratorio Teatrale per 25 anni, una sede stabile al Sant'Uffizio e poi la sede attuale l'ex loggiato della chiesa cinquecentesca di Santa Maria dei Miracoli a Piazza Marina, dal 1999».

Ma come è cambiato il pubblico in questi anni?

«La nostra forte identità - dice - ci ha permesso di informare e formare un bellissimo pubblico attento che ci ha sempre seguito.

Dallo spettatore festivaliero dell’Incontroazione, ovvero una o due settimane di programmazione intensa, siamo passati alla stagione internazionale, che ha permesso al pubblico di abituarsi alle nuove proposte che abbiamo sempre presentato. Direi che diverse generazioni di spettatori, ma anche di attori e registi, si sono formati a Teatro Libero, attraverso il contatto ed il confronto con artisti provenienti da diverse latitudini, con autori, come Edward Bond, Jean-Claude Grumberg, maestri pedagoghi, come Ludwig Flaszen, Augusto Boal».

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