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Migranti denunciarono il pizzo a Ballarò: in 9 rinviati a giudizio

Tribunale di Palermo

PALERMO. A meno di un anno dalle indagini e dagli arresti scaturiti dalle denunce di una decina di commercianti del Bangladesh che hanno i negozi nella zona di via Maqueda, sono stati rinviati a giudizio i nove indagati accusati di estorsione, rapina, violenza privata e minacce.

Il processo comincerà il 2 ottobre davanti alla terza sezione del Tribunale di Palermo. Lo ha deciso il gup Fabrizio La Cascia che ha rinviato a giudizio Giuseppe, Emanuele, Giacomo e Santo Rubino, Alfredo Caruso, Giovanni Castronovo, Vincenzo Centineo, Emanuele Campo e Carlo Fortuna.

Si tratta di una storia senza precedenti, perché per la prima volta il fenomeno della denuncia collettiva vede un cospicuo numero di migranti, che da tempo vive e lavora a Palermo rivolgersi all'associazione anti racket a seguito delle violenze subite sul territorio. L’importante sinergia tra i commercianti, Addiopizzo, la Squadra Mobile e la Procura ha permesso in tempi brevi di fermare diverse persone, alcune delle quali sono state poi scarcerate, che avevano seminato terrore nel centro storico di Palermo.

Si sono costituiti parte civile il centro Pio La Torre (con l’assistenza degli avvocati Ettore Barcellona e Francesco Cutraro), Confindustria, Confesercenti, Sos Impresa, Confcommercio, Fai, le dieci vittime e Addiopizzo  con l’assistenza di Salvatore Caradonna, Maurizio Gemelli e Serena Romano.

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