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Veleni nel M5S a Palermo, polemica sull'audio contro Forello. Il movimento: è il nostro candidato

Ugo Forello

PALERMO. Una nota del M5S taglia ogni dubbio: "Lo staff ha vagliato le informazioni in suo possesso e conferma la candidatura di Ugo Forello a sindaco di Palermo, sostenuto dalla nostra fiducia. E' in atto infatti un violento tentativo di discredito nei suoi confronti che non risparmia colpi bassi. Contro tutto questo ci tuteleremo e abbiamo già presentato un ampio esposto sull'accaduto per risalire ai responsabili delle diffusione, nonché intrapreso già iniziative volte a inibire l'ulteriore diffusione e rimuovere quelle esistenti".

La vicenda è quella di una registrazione audio privata del luglio 2016, inserita anche come video con la riscrittura dell'audio su You Tube il 7 maggio scorso da Alessandro Ventimiglia, che era condivisa sui social, in cui si sente un colloquio di 30 minuti tra Andrea Cottone (dello staff del M5s alla Camera), il deputato Riccardo Nuti e altri parlamentari del movimento a lui vicini che chiedono al giornalista notizie su Ugo Forello che voleva candidarsi a sindaco di Palermo per il M5s.

Cottone racconta delle dinamiche interne ad Addiopizzo, di cui faceva parte, del presunto ruolo di Tano Grasso, ex parlamentare Pds e presidente onorario della federazione antiracket italiana, e della gestione - definita poco trasparente e utilizzata per interessi economici personali - dell'associazione, dell'ex presidente Forello che ora è candidato del M5s a sindaco di Palermo e della gestione di un Pon da un milione di euro da parte dell'associazione.

"Sta circolando un audio captato in maniera impropria nei locali della Camera dei Deputati lo scorso anno - dice il M5s - Denunceremo chiunque ne divulgherà il contenuto. Si tratta di una conversazione privata, di natura confidenziale, avvenuta all'interno dei locali della Camera dei Deputati, fra un dipendente del gruppo parlamentare, nell'espletamento del suo lavoro, e alcuni deputati che richiedevano informazioni specifiche - risalenti a dieci anni fa - come da loro prerogative parlamentari".

Sulla vicenda interviene anche l'associazione Addiopizzo: "Apprendiamo dell'esistenza su Facebook di una conversazione pubblicata da profili social con identità non nota ad Addiopizzo, nella quale è coinvolto uno degli addetti alla comunicazione del movimento Cinque Stelle che rappresenta ad alcuni parlamentari della Repubblica, gravissime ricostruzioni diffamatorie, perché false, su dinamiche interne ed esterne all'associazione e alle condotte dei suoi soci. Le affermazioni contenute nella registrazione audio sono altamente lesive e contengono perciò gravi ipotesi di reato. Per queste ragioni abbiamo già dato mandato agli avvocati per sporgere denuncia agli organi competenti ai fini dell'accertamento di ogni responsabilità penale".

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