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Minorenne costretta a prostituirsi, chiesti 10 anni per l'ex fidanzato

PALERMO. Il pm Claudio Camilleri ha chiesto la condanna a dieci anni per Dario Nicolicchia arrestato a marzo 2016 e accusato di aver fatto prostituire l'ex fidanzata minorenne (la ragazza è assistita dall'avvocato Antonino Palazzotto). Al Gup Walter Turturici il pm ha chiesto anche la condanna a quattro anni e otto mesi per l'assistente capo della polizia Dario Pandolfini accusato di aver fatto da tramite tra Nicolicchia, l’ex della donna, e altri clienti. Tra di loro c'è anche un avvocato per il quale sono stati chiesti tre anni e un mese. Per gli altri sette presunti clienti pene da due anni a sei mesi.

Nicolicchia - secondo gli inquirenti - sarebbe riuscito a persuadere una ragazza, una studentessa palermitana sedicenne all’epoca dei fatti, avvenuti nel 2013, ad avere rapporti sessuali a pagamento. Nicolicchia avrebbe aperto una pagina Facebook, per attrarre clienti con inviti espliciti.

La ragazza ha raccontato che tutte le volte in cui manifestava l’intenzione di smettere, l’uomo riusciva convincerla a continuare l’attività di prostituzione, attraverso pressioni psicologiche, facendole credere di avere problemi economici e promettendole anche un viaggio all’estero. Nel corso delle indagini sono stati individuati anche i clienti, che sono stati accusati di favoreggiamento della prostituzione minorile. Tra questi sono stati individuati facoltosi professionisti, imprenditori ed impiegati palermitani, che avrebbero pagato diverse centinaia di euro quegli incontri, che spesso si consumavano anche all’interno degli studi professionali di alcuni di loro.

Durante le indagini, è emersa anche la figura di un'altra ragazzina, che aveva 13 anni all'epoca dei fatti, che Nicolicchia avrebbe spinto a rapporti con altri uomini. Per questa seconda accusa era stato spiccato un nuovo arresto a ottobre. L'imputato, difeso dall’avvocato Cinzia Pecoraro, ha ammesso di sapere che le sue donne avevano rapporti con altri uomini ma tutto sarebbe avvenuto in modo consensuale. Era una pratica di eccitazione, secondo Nicolicchia, condivisa dalle sue amanti. Tutto viene sempre rapportato, dall’indagato, alla soddisfazione delle sue pulsioni sessuali che non riesce a reprimere. Sull’accusa più grave, e cioè i rapporti con la minore, Nicolicchia ha spiegato di non aver saputo che la ragazzina avesse tredici anni ai tempi del loro primo rapporto, a giugno 2014. Diversa la versione della minore.

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