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Mafia, sondaggio: per il 47% degli studenti è più forte dello Stato

PALERMO. "Il mafioso è irrazionale perché non agisce da uomo negando con i suoi comportamenti violenti e delittuosi il fattore distintivo dell'uomo che è la ragione; il concetto di legalità più che il semplice rispetto della legge deve essere legato alla dignità e alla moralità dell'essere umano".

Questo il commento da parte di uno degli oltre tremila studenti che hanno partecipato all'indagine sulla percezione mafiosa condotta per il decimo anno dal Centro studi Pio La Torre di Palermo, tra i ragazzi che partecipano al Progetto educativo antimafia, i cui risultati sono contenuti in un numero speciale della rivista "ASud'Europa" che sarà presentata il 28 aprile alle 11 al Teatro Biondo di Palermo, alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, in occasione della manifestazione per i 35 anni dell'uccisione di La Torre e Rosario Di Salvo.

Sono stati 3.061 gli studenti che hanno risposto alle quarantasette domande del questionario. La sfiducia degli intervistati nei confronti della classe politica è elevata (84.53% nei confronti dei politici nazionali, 79.91% nei confronti di quelli locali); il 47.27% ritiene che la mafia sia più forte dello Stato, e solo il 29.8% considera possibile sconfiggerla definitivamente.

"Non c'è differenza significativa tra i giovani del Centro-Nord e del Sud sulla percezione della corruzione delle classi dirigenti locali - sottolinea Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre -. La mafia è forte perché si infiltra nello Stato che è più forte delle mafie solo per un 13% dei giovani.

Ma la stragrande maggioranza dei giovani, oltre il 90%, ripudia la mafia e ritiene che sia più forte il rapporto tra mafia e politica. I giovani non si rivolgeranno a un mafioso o a un politico per un lavoro, assimilando l'uno all'altro".

"L'indagine nel suo insieme - continua Lo Monaco - appare preoccupante e incoraggiante. Incoraggiante è la fiducia riposta negli insegnanti (83%), seguono magistrati, forze dell'ordine, giornalisti, sindacalisti. I giovani del Meridione sono meno pessimisti dei loro colleghi del Centro-Nord riguardo all'esito della lotta alla mafia".

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