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Rimborsi spese per trasferte, assolti sette ex dipendenti e consulenti di Amia

PALERMO. Sono stati tutti assolti, così come aveva chiesto la Procura, dopo appena tre udienze, i funzionari e tecnici dell’Amia accusati di peculato Lorenzo Lunardo, Paola Barbasso Gattuso, Arrigo Bellinazzo, Daniele Saviotti, Giuseppe Giambelluca, Massimiliano Gibilaro e Salvatore Muratore (assistiti dagli avvocati Sergio Monaco, Loredana Greco, Antonio Carullo, Mario Zito, Gaetano Forte e Vincenzo Lo Re).

L’assoluzione è arrivata dalla quinta sezione del Tribunale di Palermo con la formula “perché il fatto non sussiste” a dodici anni dai primi fatti e otto anni di inchieste e processi.

Secondo le indagini tra il 2005 e il 2007 si sarebbero fatti rimborsare non solo i biglietti aerei e la permanenza negli hotel degli Emirati Arabi, del Qatar e dell’Egitto, ma anche i pasti, le schede telefoniche, il minibar. A pagare sarebbe stata l’Amia, l’ex municipalizzata poi fallita e sostituita con la Rap.

La Procura aveva chiesto l’assoluzione per sette imputati, tutti ex dipendenti e consulenti dell’azienda, ai sensi dell’articolo 129 del codice di procedura penale, prima quindi che fosse chiuso il dibattimento. Nella memoria, il sostituto procuratore Enrico Bologna ricorda che era stata già chiesta l’archiviazione dell’inchiesta a causa del fatto che “le contestazioni fossero relative a peridi molto passati (dal 2005 in poi), la carente tenuta delle scritture contabili, , sovente prive di qualsivoglia documentazione a sostegno, la molteplicità dei soggetti coinvolti e la loro tendenza al rilascio di dichiarazioni eteroaccusatorie, le ambiguità presenti nelle normative di settore”.

Il gip Marina Petruzzella aveva respinto la richiesta di archiviazione e ordinato l’imputazione coatta inserendo anche altri soggetti fra gli indagati. Per il pm si tratta di posizioni marginali, non risulta che gli imputati abbiamo effettivamente concorso alle condotte contestate.

Le posizioni degli ex capi Enzo Galioto, Orazio Colimberti, e Giuseppe La Rosa, tra gli altri, sono state stralciate  e mandate a Caltanissetta e il dibattimento non è neppure ancora iniziato: la prima udienza è stata fissata a giugno. Gli atti sono stati trasmessi al tribunale nisseno poiché tra gli imputati figura anche l’avvocato Tommaso Scanio, allora consulente dell’azienda, che in quel periodo era anche giudice di pace.

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