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"Cocaina nella Palermo bene", giudizio immediato per cinque persone

Tribunale di Palermo
PALERMO. La Procura ha chiesto e ottenuto il processo con rito immediato (e quindi senza l'udienza preliminare) per Stefano Macaluso, 32 anni, Antonino Di Betta, 27 anni, Danilo Biancucci, 27 anni, Giovanni Fiorellino, 25 anni, Alessandro La Dolcetta, 21 anni, arrestati a febbraio per spaccio di cocaina. Tra i clienti, come emerse dalle indagini, c'erano 15 avvocati, un assistente di volo, titolari  ristoranti noti in città a cui i pusher a “domicilio” recapitavano la droga. Secondo il pm Maurizio Agnello, che ha coordinato le indagini, Stefano Macaluso e Antonino Di Betta si sarebbero alternati nei turni di spaccio. Di solito Macaluso faceva il “turno” dalle 8 alle 20, mentre la notte lavorava Di Betta.
 Sono stati monitorati per sessanta giorni e hanno ricevuto circa 80 richieste al giorno di cocaina, che raddoppiavano nei festivi, finendo col far registrare oltre 22 mila conversazioni. Una raffica di chiamate, circa 300 al giorno, tutte codificate, sintetiche. Servivano a mettersi d’accordo per gli incontri. Ci si capiva al volo, non c’era bisogno di entrare nei particolari. A meno che non ci si intendesse sul luogo dell’appuntamento.
“Minchia, io sono negato? Ma nei posti più strani ci sei tu - dice Macaluso a un potenziale acquirente - Minchia mi dice a me che sono negato io?! Nei posti più strani ci sei tu..nei posti strani, minchia...mi chiama un esercito e io concludo, minchia, mi chiami tu e mi spiazzi!”. Gli incontri erano per lo più nel centro di Palermo. “Dove sei in giro?” ed ancora “Ci vediamo in via Mazzini?”, dicevano.  “Va bene, dammi una decina di minuti e sono da te, ciao”, era la risposta. Ma gli incontri potevano essere anche “al tennis” o “al bowling”.
Qualche volta i clienti non avevano tutti i contanti che servivano e chiedevano una dilazione del pagamento. “Ti devo chiedere se mi puoi fare un favore ... Se vieni da me in via.. Però ho 20 ... Ovviamente domani anche di mattina ti do gli altri 20 …”.
Gli avvocati in qualche caso chiedevano di portare la droga vicino lo studio. Dai sequestri, è emerso che la cocaina  era molto pura, con principio attivo sempre superiore al 76%. Secondo le stime della Procura, gli acquirenti censiti sono 580, con minimo 80 richieste al giorno evase dai pusher (il doppio nei weekend). Sono 22 mila in tutto le telefonate registrate con oltre 5.500 messaggi. La dose minima smerciata era di 0,4 grammi. Con un totale di circa un chilo di cocaina al mese.
Intercettando Macaluso e Di Betta, è venuta fori anche l’altra banda di pusher. Anche loro ricevano centinaia di chiamate al giorno e lavoravano su turni. la qualità della droga però sarebbe stata meno pura. Tanto che alcuni clienti parlavano di “birra sventata” e chiedevano una nuova dose.

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