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Beni confiscati, chisto rinvio a giudizio per Saguto e altri 18

CALTANISSETTA. La Procura di Caltanissetta ha chiesto il rinvio a giudizio per l'ex presidente della Sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto.

Tra di loro altri tre magistrati - Fabio Licata, Lorenzo Chiaramonte e Tommaso Virga - l'ex prefetto della città, Francesca Cannizzo, e ancora avvocati, amministratori giudiziari e parenti della stessa Saguto, il marito Lorenzo Caramna, il figlio Emanuele e il padre, Vittorio Pietro Saguto, tutti coinvolti nell'inchiesta sull'amministrazione dei beni sequestrati e confiscati.

In tutto sono 19 gli indagati che, a partire dal prossimo 22 giugno, andranno davanti al gup di Caltanissetta Marcello Testaquatra per l’udienza preliminare. Il procuratore capo Amedeo Bertone, gli aggiunti Lia Sava e Gabriele Paci e il sostituto Cristina Lucchini hanno infatti stralciato la posizione di Antonino Ticali per il quale stanno ora valutando se chiedere l’archiviazione.

Davanti al gup compariranno dunque la ex presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo Silvana Saguto, Lorenzo Caramma, Gaetano Cappellano Seminara, Carmelo Provenzano, Roberto Nicola Santangelo, Tommaso Virga, Walter Virga, Emanuele Caramma, Vittorio Pietro Saguto, Roberto Di Maria, Maria Ingrao, Calogera Manta, Rosolino Nasca, Luca Nivarra, Francesca Cannizzo, Fabio Licata, Aulo Gabriele Gigante, Lorenzo Chiaramonte ed Elio Grimaldi. Sotto accusa la gestione della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Palermo nel periodo della presidenza Saguto e l’assegnazione di incarichi come amministratore giudiziario.

I reati ipotizzati dal pm Cristina Lucchini, secondo quanto pubblica oggi il Giornale di Sicilia in edicola, vanno dalla corruzione alla concussione, dalla truffa aggravata al riciclaggio. Il nucleo regionale di polizia tributaria della Guardia di Finanza, che ha condotto le indagini procedendo anche a un sequestro di 800 mila euro, ipotizza l'esistenza di un vero e proprio "sistema" che ruotava attorno alla ex presidente delle misure di prevenzione, sospesa dalle funzioni e dallo stipendio, per le nomine di amministratori giudiziari compiacenti, tra i quali soprattutto l'avvocato Gaetano Cappellano Seminara.

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