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L'ex patron della Ksm può tornare a Palermo: non ci sono più esigenze cautelari

Rosario Basile

PALERMO. Il gip Patrizia Ferro ha revocato la misura di custodia cautelare (divieto di dimora a Palermo) per Rosario Basile, accusato di minaccia e violenza privata. E' stata accolta l'istanza degli avvocati Giuseppe Lattanzi e Francesco Russo. Non ci sono più esigenze cautelari, secondo il giudice le prove raccolte dalla procura sono cristallizzate: E' stata anche fissata l'udienza preliminare che inizierà l'11 maggio.

Basile – secondo l’accusa - ha avuto una relazione con una dipendente, dalla quale è nato un figlio inizialmente non riconosciuto. Basile avrebbe fatto di tutto, anche carte false, per rendere la vita difficile alla donna, fino ad arrivare a licenziarla.

Adesso rischiano il processo anche Francesco Paolo Di Paola, ex dirigente della Ksm (che avrebbe aiutato Basile) , Marcella Tabascio (segretaria di presidenza della Ksm), Salvatore Cassarà, maresciallo dei carabinieri indagato per rivelazione di segreto istruttorio (a lui il patron di Ksm si sarebbe rivolto anche per ottenere notizie sul conto della donna con cui aveva avuto una relazione sentimentale), Veronica Lavore, Antonino Castagna, dipendente della  Ksm (accusato di violenza privata), Francesco Spadaro, altro dipendente della Ksm che avrebbe partecipato al piano contro l’ex amante di Basile, Salvatore Lo Presti.

Nell’avviso di conclusione d’indagine c’era anche una nuova accusa per Basile: violenza privata ai danni del bimbo nato dalla relazione extraconiugale. Secondo il pm, infatti, Basile avrebbe ottenuto – non si sa con quali modalità – un campione biologico del bambino che sarebbe servito a fare una comparazione del Dna. Comparazione che poi non ebbe nessun esito perché il supporto sul quale era adagiato il frammento biologico sarebbe stato inadeguato.

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