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I massoni aprono le porte della sede palermitana

PALERMO. «L’istanza di revisione per l’annullamento o la revoca del sequestro degli elenchi, che avevamo proposto all’Antimafia, è scaduta. Ci rivolgeremo all’Autorità giudiziaria».

Dalla sede, per la prima volta aperta alla stampa, della loggia massonica Grande Oriente d’Italia (Goi) di Palermo sita nel cuore di Ballarò, il Gran Maestro Stefano Bisi (nel video l'intervista), scava un solco sempre più profondo tra l’associazione massonica e la Commissione Parlamentare Antimafia.

La polemica riguarda il sequestro imposto dall’istituzione di Palazzo San Macuto, delle liste degli iscritti al Goi, in ordine a diverse inchieste giudiziarie che legano ambienti della massoneria e criminalità organizzata. Un rapporto rivelato alla commissione da Giuliano Di Bernardo, Gran Maestro del Goi dal ’90 al ’93. Un rapporto rilanciato dal procuratore Teresa Principato che ha parlato di «una fitta trama di coperture massoniche» di cui godrebbe il latitante Matteo Messina Denaro.

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