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Falsi esami, pene più lievi per l'ex responsabile della segreteria di Economia

PALERMO. Pene più lievi per l'ex responsabile della segreteria della facoltà di Economia e commercio dell'ateneo palermitano, Paola Adriana Cardella, coinvolta nel processo per i falsi esami all'università di Palermo, ricominciato da capo (l’11 gennaio  scorso, davanti a un nuovo collegio) e che vede tra gli imputati Rosalba Volpicelli, un’impiegata dell’università accusata di accesso abusivo a sistema informatico, frode e falsità ideologica in atto pubblico .
La Cardella in abbreviato è stata infatti assolta (perché il fatto non sussiste) da 30 capi d’accusa su 33. La donna, che fu licenziata, è stata condannata a due anni, pena sospesa, per l’unico fatto da lei confessato: quello di avere caricato gli esami di Francesco Giaconia (che patteggiò la pena), studente di Economia che non avrebbe sostenuto “Controllo e gestione degli enti pubblici”, “Economia industriale”, “Sociologia dei processi economici”, “Marketing”, “Contabilità e bilanci delle imprese”, “Tecniche di pianificazione urbanistica”, “Sociologia del territorio”, “Economia dell’industria turistica”, “Statistica economica del lavoro”.
Carollo, assistita dagli avvocati Salvatore Modica e Giustino Ferraro, ha dimostrato in un lungo processo d’appello (durato due anni) di essere estranea alle altre contestazioni. Secondo l’accusa (che in primo grado aveva chiesto la condanna a 15 anni, diminuita a dieci per il rito), la segretaria avrebbe  avere caricato sul sistema dell'università 71 esami che non sarebbero stati mai sostenuti da dieci studenti.
Alcuni di loro secondo l'accusa si sono poi laureati grazie alle false attestazioni della regolare carriera universitaria. Ma i giudici della corte d’appello hanno di fatto ribaltato la sentenza di primo grado. Anche due studenti avevano chiesto il rito abbreviato: Francesco Mattina, che è stato assolto (in primo grado condannato a un anno, assistito da Carlo Emma) e Claudia Vitello che era già stata assolta in primo grado.
Altri sei studenti avevano patteggiato la condanna con pene da sette mesi a due anni. Sono Francesco Giaconia, Marilena Tusa, Francesco Pirrone, Davide Di Salvo, Giuseppe Lo Buono, Gioacchino Maria Di Franco.
Nel giudizio ordinario ci sono altre quindici persone, tra le quali c'è anche un'altra impiegata dell'università, Rosalba Volpicelli. Davanti alla terza sezione anche Ignazio Giulietto, Giuseppe Gennuso, Giuseppe Ciciliato, Andrea Tomasello, Caterina Guddo, Riccardo Della Vecchia, Alexandra Rita Ntonopoulou, Carlo Giglio, Giuseppe Capodici, Francesca Pizzo, Ilenia Messina, Walter Graziani, Paolo Coviello, Nunzio Fiorello. L'università di Palermo si è costituita parte civile.
Furono scoperti, inizialmente, oltre 200 casi di falsi caricamenti sul computer di esami per un arco temporale di diversi anni, ma molti poi risultarono effettivamente sostenuti. Nel 2014 nove persone uscirono definitivamente con l'archiviazione dall'inchiesta. I loro esami erano regolari. Tra di loro anche Alessandro Alfano, fratello del ministro dell'Interno Angelino.

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