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Cocaina a Palermo, affari in una Smart ma c'era una microspia

PALERMO. La Smart dei trafficanti girava in lungo e in largo ed a bordo la microspia registrava tutto. Le partite di cocaina passavano di mano in mano, una è stata registrata in diretta: «È 340 la roba» e poi si sentono il rumore del frullatore per miscelare la droga e le parolacce perchè il bilancino di precisione non funziona.

Grazie a queste intercettazioni la squadra mobile ha potuto raccogliere prove e indizi a carico del gruppo finito in carcere tre giorni fa, capeggiato secondo l’accusa da Alessandro Bronte e Pietro Catalano, entrambi di Ballarò. Sarebbero stati loro a rifornire i pusher che poi smerciavano la polvere bianca ad una clientela di professionisti e commercianti.

La Smart era in uso a Catalano, ma veniva usata anche in sua assenza da Bronte, considerato dagli investigatori l’anello di collegamento tra la banda di trafficanti e Cosa nostra. Non a caso ha ricevuto l’ordine di custodia in carcere, accusato di associazione mafiosa, ritenuto molto vicino al capo mandamento di Porta Nuova, Tommaso Lo Presti.

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