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Orlando trova intesa col Pd. Fi e Cantiere popolare con Ferrandelli

PALERMO. Sono passati cinque anni a Palermo, ma i nomi che andranno a sfidarsi per la carica di sindaco sono uguali a quelli di cinque anni fa: Leoluca Orlando, sindaco uscente e trionfatore col 70% nel 2012, e Fabrizio Ferrandelli, suo ex allievo ai tempi di Italia dei valori, poi sfidante al ballottaggio cinque anni fa. Ma a parte questi due nomi nulla è come cinque anni fa: Orlando che corse da solo, praticamente senza partiti ad appoggiarlo, questa volta trova l'accordo col Pd. Ferrandelli che era alla guida di una coalizione di centrosinistra ora correrà con liste appoggiate dal centrodestra. Inoltre, attorno ai due contendenti non ci saranno simboli di partito.

Orlando sarà sostenuto da liste civiche, come lui ha preteso, e avrà dalla sua parte anche il Pd: proprio stasera dal Nazareno è arrivato l'ok al progetto 'Palermo' del professore, anche se la decisione è stata accolta con malumore dalla commissione dem che su mandato della segreteria provincia sta già lavorando al listone seppure senza simbolo di partito ma con candidati politici. Quasi nelle stesse ore il centrodestra ha deciso di sostenere Fabrizio Ferrandelli, anche in questo caso senza simboli di partito. Dopo settimane di tentennamenti, Forza Italia ha sciolto la riserva su Ferrandelli. Il commissario di Fi in Sicilia, Gianfranco Miccichè, ha dovuto cedere alle pressioni interne al partito che spingevano per il sostegno all'ex deputato regionale del Pd. Passa dunque la linea dettata dagli ex cuffariani e dall'Udc di Cesa che da almeno un anno lavorano a fianco di Ferrandelli per la corsa a Palazzo delle Aquile.

Il vero deus ex macchina però è Totò Cuffaro. L'ex governatore in Sicilia, che ha scontato in carcere la condanna per mafia, s'è mosso nell'ombra dopo l'endorsement di qualche mese fa nei confronti di Ferrandelli, tenendo compatta la sua truppa. La coalizione dunque sosterrà Ferrandelli nonostante sia indagato dalla Procura di Palermo per scambio elettorale con la mafia, reato che il politico avrebbe commesso durante la campagna elettorale di cinque anni fa, quando sfidò, perdendo, proprio il suo ex mentore, Leoluca Orlando.

Arriva direttamente dalla segreteria nazionale del Pd il via libera all'accordo con Leoluca Orlando, che ha chiesto liste civiche a suo sostegno, senza simboli di partito, per le comunali di primavera a Palermo. Ma l'ok di Lorenzo Guerini, delegato a trattare con il sindaco ricandidato, piomba nel pieno dei lavori della commissione provinciale dei dem che stava già lavorando alla definizione del 'listone Democratici e popolari' con candidature politiche dopo avere trovato l'intesa con le altre anime del centrosinistra, in particolare con i 'Centristi per l'Italia' di Casini e D'Alia.

L'accelerazione del Nazareno, secondo Orlando, «fornisce un grande contributo per la condivisione di un progetto in atto di rinnovamento della città e della politica, a servizio dei cittadini». «Il Pd intende mettere la sua forza e la sua funzione a servizio di un progetto civico innovativo e ambizioso - dice con soddisfazione Orlando - e ad una alleanza larga, seria e responsabile che, partendo dall'esperienza dell'amministrazione continui a dare risposte positive alle esigenze di Palermo». Ma per il Pd palermitano, in realtà, suona come un commissariamento da parte di Roma. «La decisione assunta dal Pd nazionale nella persona di Lorenzo Guerini, per quanto mi riguarda, esaurisce il lavoro della commissione e le scelte ipotizzate - afferma il responsabile dell'organizzazione del Pd siciliano Antonio Rubino - La prospettiva della lista civica non attiene al mission di un partito, ma a quella dei singoli». E chiede al
segretario provinciale Carmelo Miceli «di convocare urgentemente la direzione per aggiornare la stessa della scelta assunta da Roma, e deliberare di conseguenza».

Intanto, Forza Italia e Cantiere popolare hanno raggiunto un accordo con il candidato a sindaco di Palermo, Fabrizio Ferrandelli, e lo sosterranno alle amministrative della prossima primavera. Lo scrivono in una nota il coordinatore siciliano degli azzurri Guanfranco Miccichè e il leader del Cantiere popolare Saverio Romano. Ferrandelli - ex deputato regionale del Pd, dimessosi dall'Ars due anni fa in polemica con il governatore Rosario Crocetta e già avversario del sindaco uscente Leoluca Orlando al ballottaggio del 2012 - aveva aperto all'accordo con i due partiti del centrodestra, chiedendo che rinunciassero al simbolo. Sulla questione sarebbe stato raggiunto un compromesso, da qui l'accordo.

Secondo Miccichè e Romano, Leoluca Orlando, che si ricandida a succedere a se stesso, «vende una storia che non c'è: quella sua è intrisa di politica e molto spesso non è stata buona politica. Dire no ai partiti, più che un'abiura, appare come una catarsi che vive nel momento del declino della sua esperienza. Ognuno di noi è quello che è stato. Può essere diverso, forse, in futuro ma non nel presente, cercando di camuffare ciò che porta dietro di sè. Apprezziamo invece il tentativo di chi, come Ferrandelli, nonostante un percorso articolato e differente dal nostro, si mostra intenzionato ad unire le forze per un progetto nuovo per la città e non esclude quella buona politica, indicandola come una prospettiva politica - popolare ed europea - che ci piace e sulla quale intendiamo lavorare».

«Esprimo apprezzamento per le parole dei leader delle forze politiche che si riconoscono nell'area popolare europea. Insieme a loro, ai coraggiosi, alle cittadine ed ai cittadini palermitani e alle forze politiche che lo vorranno, continueremo a costruire il progetto politico per governare la nostra città. Sarà responsabilità condivisa stabilire con quale forma presentarsi alle elezioni nel rispetto di tutte le sensibilità.» Così il leader dei Coraggiosi, Fabrizio Ferrandelli, dopo l'accordo sulla sua candidatura a sindaco di Palermo raggiunto con Forza Italia e Cantiere popolare.

 

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