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L'istallazione nella cripta ritrovata, a Palermo l'opera di Wael Shawky

PALERMO. E’ una cripta ritrovata ad ospitare a Palermo una straordinaria istallazione dell’artista egiziano Wael Shawky, vincitore a Torino della I edizione del Mario Merz Prize: all’interno della sezione Arti Visive di BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo, promossa dal Comune di Palermo (Assessorato alla Cultura), “Al Araba Al Madfuna III” è un viaggio narrato in bilico tra storia e modernità. SS.Euno e Giuliano era una chiesetta della congregazione dei “seggettieri” di Palermo, abbandonata e dimenticata dopo i bombardamenti del ’43.

Un attento restauro l’ha riportata alla vita, scoprendo sia la cripta con le nicchie per i cadaveri, che un sottostante ambiente ipogeo che si allunga sotto l’attuale piazza Magione. “Abbandonata dalla modernità, recuperata dalla contemporaneità, SS. Euno e Giuliano è un esempio di recupero e di dialogo con il territorio – dice il sindaco Leoluca Orlando – Shawky ci propone un’opera straordinaria che è al di sopra di ogni religione e cultura. E ci dice che Dio esiste, qualsiasi sia il nome che gli diamo”.

“Shawky riannoda un legame con il passato, con lo spazio, ma è un forte segno di integrazione e di denuncia”. Un soffice strato di sabbia, nella cripta, conduce verso l’istallazione con cui Wael Shawky , in arabo antico, racconta il rapporto con la storia. A Palazzo Branciforte, invece, "Cabaret Crusades. The path to Cairo", secondo film della trilogia Cabaret Crusades, entra in costante dialogo con le scaffalature dell’antico Monte dei Pegni e con gli storici pupi siciliani dei Figli d’Arte Cuticchio: la lotta tra paladini e saraceni diventa invece un tentativo di dialogo. Le due esposizioni di Shawky avviano il ciclo "Punte brillanti di lance", nato dalla collaborazione tra Fondazione Merz, Fondazione Sicilia e Comune di Palermo.

“Wael Shawky – spiegano le curatrici Beatrice Merz e Laura Barreca - offre un punto di vista narrativo non occidentale, e per analogia, fornisce una visione trasversale sulla complessa situazione geo-politica contemporanea da cui dipendono gli equilibri non solo del Mediterraneo, ma dell’Europa e del mondo intero”. “La lotta tra fazioni cristiane e musulmane di ieri, diventa dialogo di oggi”, dice Raffaele Bonsignore, presidente della Fondazione Sicilia.

Le due istallazioni inaugurano la sezione Arti Visive di BAM – Biennale Arcipelago Mediterraneo, promossa dal Comune di Palermo (Assessorato alla Cultura) e in programma fino al 12 marzo. In calendario decine di appuntamenti – spettacoli, mostre, proiezioni, itinerari e dibattiti con prestigiosi intellettuali italiani e stranieri - ospitati in teatri, cinema e siti monumentali restaurati e restituiti alla piena fruizione del pubblico.

Non è interessato tanto alla storia in sé, Wael Shawky, piuttosto a come i processi storici possano essere diversamente interpretati dell’uomo. La trasposizione filmica di fatti e avvenimenti riportati in alcuni testi arabi, trova spazio in cortometraggi a cavallo tra il documentario e il film d’animazione, in cui gli attori sono spesso bambini, o addirittura marionette, feroci interpreti dei fatti storici a cui rimanda, intrisi di violenza e intrighi di potere.

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