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Riina jr padrino, la sorella di Falcone: non ha principi morali per battezzare

Il presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone

PALERMO. «A prescindere che si chiami o meno Riina, il padrino secondo la Chiesa viene scelto perchè dà una sorta di indirizzo morale al figlioccio. Non credo che un condannato per mafia, anche se è uscito dal carcere, possa avere quei principi morali che consentano di dare ad un ragazzo il giusto indirizzo per fare delle scelte edificanti nella propria vita».

Lo ha detto Maria Falcone, a margine della consegna all'Ars delle borse di studio intitolate ai giudici Falcone e Borsellino, su Giuseppe Salvatore Riina, condannato per mafia, figlio del boss mafioso Totò, che è stato padrino di battesimo della figlia della sorella.

«I condannati per mafia come Riina che mandano messaggi devono essere respinti al mittente e invece addirittura li si accoglie negli studi Rai di Porta a Porta. Ha fatto bene monsignor Pennisi a prendere una posizione chiara nei confronti del figlio del boss che ha fatto da padrino al battesimo della nipote».

Lo ha detto il presidente dell'Ars, Giovanni Ardizzone, nel corso del suo intervento alla cerimonia di consegna delle borse di studio intitolate ai giudici Falcone e Borsellino della Fondazione Falcone, finanziate dall' Assemblea regionale siciliana a 10 giovani laureati.

«Le istituzioni - ha aggiunto - devono fare il loro dovere, e il rigore deve essere maggiore soprattutto da parte delle istituzioni politiche che rispondono non solo alla loro coscienza ma anche alla morale. Bisogna respingere l'arroganza dei mafiosi, che non possono andare nei salotti televisivi, e lo si deve fare a costo di rimanere isolati».

«Il linguaggio può cambiare - ha aggiunto Ardizzone - ma chiamiamo le cose con il loro nome: Odevaine non è un facilitatore ma un tangentista, si tratta sempre di mafia e corruzione, questa zona grigia è sempre più ampia. Magari non si spara più, ma la mafia è ancora più pericolosa».

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