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Calcinacci da Porta Nuova a Palermo, assolti dirigenti regionali

PALERMO. La vicenda che portò al sequestro di Porta Nuova a Palermo per la caduta di calcinacci nel 2013 ha avuto anche uno strascico nelle aule del Tribunale. Sotto inchiesta, infatti, finirono – per omissione d’atti d’ufficio - l’ex Soprintendente regionale ai Beni culturali, Adele Mormino, e l’attuale Maria Teresa Vopes, i dirigenti dell’ufficio restauro Matteo Scognamiglio e Lina Bellanca, il generale dell’esercito Corrado Dalzini, e il funzionario regionale Mariano Grado. Questa mattina sono stati tutti assolti dal gup Gabriella Natale “perché il fatto non sussiste”. Erano assistiti dagli avvocati Giuseppe Botta e Sergio Monaco.

Tutto comincia tra il 2008 e il 2009, quando alcuni calcinacci cominciano a cadere dalla parte superiore della porta che collega piazza Indipendenza a piazza del Parlamento. La porta rientra nel demanio militare, ma l’esercito non ha fondi né uffici tecnici per provvedere al restauro, così viene interessata della questione la Soprintendenza regionale che a sua volta chiede i finanziamenti all’assessorato regionale.

Ma anche la Regione non aveva a disposizione i soldi. Mormino e Scognamiglio andarono poi in pensione. Nel 2012-2013 cade un altro pezzo della porta e il Comune la sequestrò. Anche in questo caso l’esercito fa una segnalazione alla Soprintendenza che passa la palla all’assessorato. Questa volta vennero trovati centomila euro e i lavori di restauro vennero eseguiti dalla Soprintendenza.

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