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Aggressione al Civico, il primario: "Colpa di un sistema che ha ridotto le cure" - Video

PALERMO. Le aggressioni al pronto soccorso non casuali ma figlie di un sistema che ha ridotto le cure. Così Massimo Geraci, primario dell'ospedale Civico di Palermo, dove è avvenuta l'ultima aggressione a un medico.

«Il responsabile del pronto soccorso è stato vittima dell'ennesimo episodio di aggressione che ha visto come protagonista un paziente accompagnato dopo un incidente stradale per una ferita al volto - dice Geraci - È stato accompagnato nel reparto di chirurgia plastica per una sutura che non è stata possibile praticare perchè fortemente agitato e forse ubriaco. È stato rinviato al pronto soccorso e al suo ritorno ha aggredito con un pugno il primo medico che gli si è andato incontro, provocandogli la rottura delle lente e una ferita all'occhio giudicata guaribile 13 giorni. Un medico di 37 anni, esperto».

Per il primario ci sono precise responsabilità in questi episodi che si ripetono con troppa frequenza: «L'escalation è fondamentalmente riconducibile al sovraffollamento del pronto soccorso che predispone alla conflittualità per la promiscuità che si viene a creare e per l'allungamento delle attese. Il sovraffollamento è un fatto cronico di tutti i pronto soccorso delle grandi aree metropolitane e vede come genesi essenziale la sperequazione tra domanda e offerta di posto letto: sono decine i pazienti che permangono in pronto soccorso in attesa di un posto letto e questo comporta un ingente assorbimento di risorse umane, logistiche e organizzative impegnate per assistere i pazienti che non dovrebbero stare in pronto soccorso».

«La soluzione risiede negli interventi normativi e gestionali mirati a risolvere questa discrepanza tra domanda e offerta - conclude - e sono interventi molto complessi e non realizzabili dall'oggi al domani. La questione dei posti letto in alcune realtà è stata affrontata attraverso la definizione di tempo massimo di permanenza dei pazienti nel pronto soccorso. Il fenomeno di iper afflusso del picco influenzale è una goccia che fa traboccare un vaso perennemente colmo».

Immagini di Marcella Chirchio

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