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Corini: "Resto per i palermitani. Non ci si arrende con 19 gare da giocare"

PALERMO. Per Corini è il giorno dello sfogo. Il tecnico rosanero dopo una nuova settimana di passione si apre in sala stampa.

Resta in bilico, Zamparini vorrebbe esonerarlo e l’ex capitano rosanero decide di parlare con toni duri in conferenza: “Ho pensato al rischio esonero – dice al “Tenente Onorato - ci sono critiche soggettive e oggettive, ma non accetto critiche strumentali autolesionistiche. Oggettivamente non mi aspettavo di essere messo in discussione perché ci sono stati miglioramenti. Poi non so perché non sia stato esonerato ma ci ho pensato anch’io a fare delle scelte. Quando scegli questo mestiere sai di poter andare via anche dopo una partita. Ho sempre pensato che senza un principio è complicato ripartire. Per quanto accaduto forse era giusto andare a casa. Poi ho pensato a chi lavora qui e a chi ama il Palermo. Mi è arrivato il pieno sostegno della città e ho preferito continuare“.

Corini prosegue: “Voglio parlare da tifoso, da persona che ama il Palermo. Se non si esce dal limbo diventa complicato giudicare un progetto, anche con Guardiola o Mourinho. Non voglio essere strumentalizzato. Sono sempre me stesso quando parlo, ma non capisco l’utilità di creare un disagio. Ho preso una squadra col morale sotto i tacchi, dopo Firenze era complicato fare anche solo un passaggio da quattro metri. Non si può dire che in ogni partita si rischia di andare a casa. La dialettica interna è fondamentale. Senza uscire da questo limbo non conta niente”.

Corini sa bene che la situazione è paradossale: “Io resterei qui vent’anni, anche mettendomi in discussione, ma con una dialettica stabile. Io rimango qua, ma ogni partita a Palermo è una bomba atomica. Mica ci possiamo chiedere cosa succede ogni tre minuti, qui è sempre Hiroshima. Sono stati fatti sei punti in dodici partite e da quando sono venuto ci sono stati punti e miglioramenti significativi. Se non si capisce da dove siamo partiti tutto diventa difficile”. Si parla anche di mercato: “Col presidente ho parlato ieri sera dello sviluppo, poi sul mercato c’è uno scambio continuo con Simic. C’erano delle esigenze dopo la partita col Pescara e non sono state soddisfatte. Se arriva qualcuno, deve arrivare uno che migliori la situazione. Rajkovic e Hiljemark sarebbero due titolari, qui serve gente che aumenti il tasso qualitativo e di esperienza. Con la società si parla, ma non faccio io le trattative. I referenti sul mercato sono il presidente e Simic. Mai conosciuto Curkovic, mentre Foschi è un amico. Col presidente ieri i toni erano sereni, ma capita anche di non avere le stesse vedute”.

Immagini di Giorgio Elia

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