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Corruzione elettorale, rinviati a giudizio Nino Dina e Franco Mineo

Nino Dina

PALERMO. Comincerà il 20 marzo davanti alla quinta sezione del Tribunale di Palermo il processo a Nino Dina (all'epoca, Udc, oggi del gruppo misto All'Ars), Franco Mineo, ex deputato regionale di Grande Sud, attualmente sotto processo in appello dopo una condanna per intestazione fittizia di beni di un mafioso, e altre 22 persone che sono accusate a vario titolo di corruzione elettorale, millantato credito e usura.

Altre quattro persone hanno scelto il rito abbreviato, tra di loro Roberto Clemente, deputato di Pid, per cui è stata chiesta la pena di tre anni.

Al centro della ricostruzione dei pubblici ministeri Amelia Luise, Annamaria Picozzi e Francesco Del Bene, c'è Giuseppe Bevilacqua, primo dei non eletti alla carica di consigliere comunale a Palermo alle elezioni del 2012: esponente del Pid, il partito di Saverio Romano, avrebbe gestito un pacchetto di voti conquistato anche grazie ai suoi rapporti con esponenti di spicco del mandamento mafioso palermitano di Tommaso Natale.

Ai boss, in cambio del sostegno, avrebbe promesso posti di lavoro. Ad alcuni politici avrebbe messo a disposizione le proprie preferenze chiedendo, come corrispettivo, favori, finanziamenti per le proprie associazioni, alcune di volontariato, incarichi professionali per sé e i suoi amici.

Nell’inchiesta sulle regionali del 2012 ci sono pacchetti di voti per 150 euro, soldi per le feste di quartiere, promesse di incarichi con guadagni fino a 15 mila euro, pacchi di pasta in regalo destinati ai poveri venduti a prezzi stracciati. Il tutto è finito nelle intercettazioni del nucleo speciale di polizia valutaria che indagavano sulla cosca di Tommaso Natale, i finanzieri si sono imbattuti nelle telefonate in cui Bevilacqua parlava con la moglie del capomafia Giuseppe Antonio Enea. Al boss, Bevilacqua avrebbe promesso di fare assumere il fratello e di fare avere alla cosca i soldi per la festa rionale della Marinella, un evento molto sentito dal clan.

In quelle elezioni Nino Dina e fu poi eletto tra le fila dell'Udc, Mineo invece non riuscì a ottenere il seggio a Sala d'Ercole. Dalle indagini emerse che in un'intercettazione telefonica del 27 luglio del 2012, Giuseppe Bevilacqua racconta alla sorella Teresa che in occasione di un incontro avuto la sera precedente con Dina, questi gli avrebbe garantito che avrebbe fatto avere un "incarico di 15 mila euro a qualcuno della famiglia" con un diploma o una laurea, specificando che l'attribuzione dell'incarico non comportava l'obbligo di svolgere effettivamente la prestazione lavorativa.

Mineo, invece, in cambio dell'appoggio di Bevilacqua, avrebbe promesso incarichi alla Regione.

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