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Firme false, un altro deputato si autosospende da M5S

Giorgio Ciaccio

PALERMO. Un altro deputato regionale dei Cinque Stelle si è autosospeso dal movimento. Il palermitano Giorgio Ciaccio ha seguito l’appello del leader Beppe Grillo e ha comunicato la decisione di farsi da parte dopo aver appreso di essere coinvolto nell’inchiesta sulle firme false.

Ciaccio non avrebbe ricevuto alcun avviso di garanzia ma ha comunque seguito il richiamo di Grillo per il bene del movimento. «Chiediamo a tutti gli indagati nell'inchiesta di Palermo – aveva scritto sul suo blog Grillo - di sospendersi immediatamente dal Movimento 5 Stelle non appena verranno a conoscenza dell'indagine nei loro confronti a tutela dell'immagine del Movimento e di tutti i suoi iscritti. L'avvenuta sospensione deve essere comunicata attraverso una mail all'indirizzo liste civicheçmovimento5stelle.it». Ed è quando ha deciso di fare Ciaccio.

È il secondo deputato regionale a prendere questa decisione dopo Claudia La Rocca, la prima grillina a parlare coi magistrati e a svelare la sua verità sulle firme che gli attivisti avrebbero ricopiato alla vigilia delle amministrative di Palermo, nel 2012.

A causa di un errore, per evitare il rischio di non poter presentare la candidatura di Riccardo Nuti a sindaco, un gruppo di loro avrebbe ricopiato centinaia di firme. La notizia era emersa già un paio di anni fa mentre nel Movimento Cinque Stelle di Palermo era in corso un duro scontro tra due aree che sfociò nell’espulsione di diversi attivisti. Poi l’inchiesta venne archiviata. Adesso alcuni documenti inviati anonimamente alla trasmissione Le Iene hanno riaperto il caso.

Il gruppo M5S all'Ars ha espresso il suo apprezzamento per il gesto di Claudia La Rocca, ricordando che “la sua scelta sicuramente non semplice, denota una coerenza che va senz'altro apprezzata”. Lo stesso apprezzamento che adesso i deputati mostrano per il gesto di Ciaccio. Tra le posizioni più delicate restano quelle dei parlamentari nazionali Claudia Mannino e Riccardo Nuti e dell’assistente parlamentare all’Ars Samantha Busalacchi. Da parte loro, al momento, ancora bocche cucite.

Intanto Claudia La Rocca in un post su Facebook è tornata a parlare della sua decisione di raccontare tutto: "Mi ero ripromessa di non scrivere nulla. Sono giorni molto difficili, ogni parola potrebbe essere sbagliata, so che la gente da dietro una tastiera sa essere molto cattiva, so che c'è sempre qualche detrattore del Movimento pronto a strumentalizzare ogni cosa, senza nessuna oggettività e umanità. Ormai da una settimana ricevo decine e decine di messaggi di stima e incoraggiamento da amici, colleghi, conoscenti, sconosciuti, giornalisti, dirigenti, sindaci e assessori. Dimostrazioni di affetto pubbliche e private... E senza alcuni "angeli" questi momenti sarebbero stati ancora più difficili da sopportare.

Un calore così immenso e inaspettato per il quale non posso non ringraziare tutti e l'unico motivo delle mie parole adesso. Io non voglio essere l'eroina, non voglio essere la protagonista, volevo solo mettere la parola fine ad una situazione che stava degenerando, tirando dentro tutto e tutti, e l'ho fatto nell'unico modo che conoscevo, la cosa che mio padre più apprezzava di me... Dicendo la verità.

La mia scelta è stata difficile e non riesco a smettere di provare un profondo dolore. Sapevo di mettere in discussione gli ultimi 8 anni della mia vita, il mio ruolo di portavoce che ho messo al primo posto, sacrificando la mia vita privata, cercando di portare avanti il mio lavoro con serietà, impegno e passione...
Ma la vita è fatta di scelte e affrontare un temporale con dignità, potersi guardare allo specchio, vale di più.
So che è stato uno stupido errore e mi dispiace se ho deluso qualcuno".

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