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Isolato in classe, torna a scuola il bimbo autistico di San Giuseppe Jato

SAN GIUSEPPE JATO. Da dieci giorni Luca (il nome è di fantasia, ndr), non va nella scuola che frequenta insieme ad altri mille bambini a San Giuseppe Jato, un piccolo centro alle porte di Palermo.

La sua mamma gli ha raccontato che l'istituto comprensivo Riccobono è chiuso per lavori. Luca è un bimbo 'special": è affetto da disturbi dello spettro autistico. E per questo, a volte, ha degli scatti d'ira imprevisti e imprevedibili.

Il suo ultimo giorno di scuola è stato un martedì di due settimane fa, ma quel giorno ad aspettarlo in classe non c'erano i suoi compagni. Con lui c'era solo l'insegnante di sostegno. I genitori degli alunni della classe che frequenta, per protesta, hanno infatti deciso di non mandare i propri figli a scuola, e così lui è rimasto solo.

Un gesto di discriminazione, che ha indotto il sottosegretario all'Istruzione, Davide Faraone, a far visita stamattina per verificare di persona quanto accaduto. Insieme al direttore dell'Ufficio regionale scolastico ha incontrato prima il dirigente scolastico, poi gli insegnanti e quindi la mamma del bambino, per capire cosa fare. Si è scelto di monitorare la situazione: Luca la prossima settimana tornerà a scuola.

«Ho vissuto con dolore quanto accaduto, certi argomenti - dice la mamma - che mi sono stati esposti non tengono. Oggi alla presenza del sottosegretario Davide Faraone, abbiamo stabilito di procedere a una sperimentazione di un mese, a partire dalla prossima settimana; se la situazione cambierà andremo avanti, altrimenti prenderemo altri provvedimenti».

«Quanto accaduto è deplorevole - dice Faraone - verificheremo se questo percorso condiviso, che riguarda la scuola e il contesto complessivo, funziona. Sono fiducioso». I genitori dei compagni di Luca all'indomani della vicenda hanno inviato una lettera di scuse alla madre del bambino.

«Nel nostro istituto - dice il dirigente scolastico Natalia Scalisi - in quasi tutte le classi abbiamo di queste situazioni. Non possiamo cambiare l'insegnante. L'unica cosa da fare è cercare la strategia didattica più consona alle esigenze del bambino, nel silenzio, nella ricerca e nell'osservazione costante e soprattutto con la cura educativa, che caratterizza l'azione pedagogica di questa scuola».

Nei corridoi della scuola a sostenere la mamma di Luca c'era Rosi Pennino, anche lei madre di una bimba 'specialè e presidente dell'associazione Parlautismo, insieme a un gruppo di donne dell'associazione. «Questa esperienza deve servire d'esempio ad altri genitori - dice Pennino - insegnando loro a non aver paura, a non chiudersi nel dolore».

Stigmatizza l'episodio anche il sindaco di San Giuseppe Jato, Davide Licari: «abbiamo sempre riscontrato da parte della scuola un atteggiamento di disponibilità e sensibilità. E credo - dice - sia avvenuto anche questa volta. Quanto avvenuto è grave: è un gesto che va oltre la sensibilità umana».

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