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Almaviva, non c'è intesa sui trasferimenti: pronti allo sciopero

PALERMO. Restano confermati i trasferimenti dei lavoratori di Almaviva Contact dalla Sicilia alla Calabria, impiegati in una commessa Enel in scadenza a dicembre. E' quanto emerso, secondo fonti sindacali, nel corso dell'incontro al ministero dello Sviluppo economico a Roma sulla crisi del colosso dei call center che ha annunciato 2.511 esuberi a Roma e Napoli.

La trattative sono state rinviate di 15 giorni. Dopo l'incontro con Exprivia, la società che si è aggiudicata l'appalto della commessa Enel, e i sindacati, sul nodo dei trasferimenti da Palermo (congelati per ora in attesa dell'esito delle trattative ministeriali) il governo ha incontrato i rappresentanti di Almaviva Contact e le parti sociali.

Secondo quanto riferisce la Fistel Cisl, il governo avrebbe ribadito di avere avviato un intervento complessivo di riordino del settore dei call center, mentre Almaviva per scongiurare la chiusura dei siti di Napoli e Roma avrebbe proposto un taglio del costo del lavoro, formazione professionale, esodi incentivati, controllo individuale e partecipazione dei lavoratori a varie tematiche aziendali.

Per i sindacati, che hanno manifestato apertura al dialogo, però la riduzione del costo del lavoro non sarebbe una soluzione e per questo avrebbero chiesto di normalizzare i prezzi degli appalti, oltre alla revoca delle procedure di licenziamento collettivo a Roma e Napoli. Per Almaviva, però, a causa di un ulteriore peggioramento della situazione economica al momento non ci sarebbero le condizioni per revocare i licenziamenti.

 CGIL. Sindacati insoddisfatti per l'esito delle trattive al ministero dello Sviluppo economico a Roma sulla crisi di Almaviva Contact.

"Continuano a essere al ribasso le condizioni per il passaggio dei lavoratori non solo in termini economici, cosa di fatto molto grave, ma anche in termini di diritti - dicono il segretario Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso e Rosalba Vella, della Slc Cgil - Il riferimento chiaro è all'esclusione dell'articolo 18 del Job Acts. Sono lavoratori che avevano l'articolo 18 e ora non l'avrebbero più".

"Per questo motivo - dicono i sindacalisti - non abbiamo firmato nessun accordo, sulla scia dell'indicazione espressa all'assembla dei lavoratori a Palermo. Non comprendiamo come l'azienda possa proporre un nuovo accordo radicalmente diverso da quello di maggio. E' impensabile che un'azienda così grande possa firmare un accordo col sindacato e prefigurare un cambiamento repentino".

La Slc Cgil si riserva di proclamare un'azione di sciopero nazionale, mentre esprime "preoccupazione" la Fistel Cisl, secondo cui c'è il rischio che "Almaviva rimetta in esecuzione il trasferimento da Palermo a Rende dei primi 154", per il momento "congelati". "Durante il tavolo di monitoraggio di oggi pomeriggio - dicono Eliana Puma e Francesco Assisi della Fistel Cisl - il governo nazionale ha ribadito di avere avviato un intervento complessivo di riordino del settore dei call center e aumentato le somme destinate agli ammortizzatori sociali con 30 milioni di euro".

"Almaviva - aggiungono - propone un taglio del costo del lavoro, formazione professionale, esodi incentivati, controllo individuale per scongiurare la chiusura dei siti di Roma e Napoli. Ci siamo opposti: mentre prosegue la procedura di mobilità per i lavoratori di Roma e Napoli, nonostante le richieste dei sindacati, resta incerto il futuro dei lavoratori della commessa Enel di Palermo".

UILCOM. "Apprezziamo il ragionamento di apertura e sforzo che sta compiendo il governo sugli aspetti generali di settore, mentre sulla vicenda aziendale c'è stato un inizio di ragionamento di merito da parte dell&rsquoamministratore delegato, Andrea Antonelli che però non condividiamo assolutamente".

Così Pierpaolo Mischi, segretario nazionale Uilcom, sottolineando che "Almaviva vorrebbe da un lato sfilarsi definitivamente dall'accordo del 31 maggio, dall'altro lato rilancia dicendo che è giusto che si utilizzino le leve messe a disposizione dal governo, ma i lavoratori devono ulteriormente contribuire in questo caso con una deroga al contratto nazionale che è in pieno rinnovo". Per queste ragioni, "con un coordinamento sindacale unitario respingiamo le proposte dell'ad e diciamo all&rsquoazienda che deve ritirare la procedura di licenziamento", continua Mischi, "a sostengo di queste due questioni prevediamo una serie di iniziative di sciopero nazionale perché Almaviva è unica, non solo una questione di Roma, Napoli e Palermo". Proprio relativamente alla vicenda dei trasferimenti da Palermo a Rende "non siamo riusciti ad arrivare a un ragionamento compiuto e a un punto di equilibrio, presumiamo quindi che gli spostamenti siano confermati", ha concluso Mischi.

 

UGL. Sulla situazione di 397 dipendenti del call center Almaviva che rischiano il trasferimento da Palermo a Rende "non abbiamo raggiunto un accordo e abbiamo trovato al momento un atteggiamento di chiusura da parte dell'azienda". Così Antonio Vitti, segretario nazionale Ugl Comunicazioni, sottolineando "non si possono far licenziare dei lavoratori da una parte e riassumerli dall'altra senza alcuna tutela", ecco perché "oggi sarebbe necessaria l'emanazione di un decreto legislativo urgente per congelare il cambio d&rsquoappalto (fra Enel ed Exprivia) in attesa che sulla nuova legge di stabilità vengano inserite norme di garanzia per i lavoratori", ha concluso Vitti.

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