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Processo "spese pazze" all'Amia, nuovo rinvio: rischio prescrizione

PALERMO. Ennesimo rinvio del processo per le cosiddette spese pazze dell'Amia, l'ex municipalizzata che gestiva la raccolta dei rifiuti a Palermo. Alla scorsa udienza uno dei giudici, Marina Petruzzella, si era astenuta, avendo già trattato la vicenda da gup e spostando a oggi l'avvio del dibattimento davanti a un altro collegio.

Ma il presidente del tribunale non ha ancora individuato la sezione che si dovrà occupare di un caso che fece molto scalpore e che ormai si avvicina a una inesorabile prescrizione. Da qui il rinvio al 9 novembre. Per due volte il gup respinse la richiesta di archiviazione del procedimento, avanzata dalla Procura, per poi decidere di rinviare a giudizio Lorenzo Lunardo, Paola Barbasso Gattuso, Arrigo Bellinazzo, Daniele Saviotti, Giuseppe Giambelluca, Massimiliano Gibilaro e Salvatore Muratore, tutti accusati di peculato.

E' trattata, invece, dai giudici di Caltanissetta la posizione degli ex vertici dell'Amia Enzo Galioto, Orazio Colimberti, Giuseppe La Rosa, Angelo Canzoneri perché un coindagato, Tommaso Scanio, è stato vice procuratore onorario a Palermo, quindi per la norma che regola la competenza in caso di indagini sulle toghe, la competenza è andata a Caltanissetta.

L'indagine ha svelato i costi che sarebbero stati sostenuti nel corso di venti viaggi effettuati da vertici e funzionari dell'Amia negli Emirati Arabi a spese dall'azienda. Secondo gli inquirenti, fra il 2005 e il 2007 furono spesi quasi 720 mila euro. Fra i rimborsi, il nucleo di polizia tributaria della Finanza trovò cene e alberghi a cinque stelle. La Procura chiese l'archiviazione sostenendo la natura privatistica dell'azienda, quindi la non configurabilità del peculato. Tesi rigettata dal gup.

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