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"Falsi incidenti e assicurazioni truffate", 6 arresti a Palermo

PALERMO. Una banda criminale avrebbe acquistato auto da rottamare per poi utilizzarne la documentazione originale e i contrassegni identificativi, come telaio e targhetta per rigenerare veicoli identici ma di provenienza illecita. Infine le auto così "rinate" sarebbero state vendute nell'autosalone Car Import di Palermo o tramite siti specializzati.

Sei le persone arrestate (5 ai domiciliari ed una in carcere) e 13 indagate con l'accusa di aver agevolato le truffe. L’operazione condotta dalla polizia stradale della Sicilia Occidentale è stata denominata “New life”. Solo le truffe ai danni della società assicurative ammontano a 60 mila euro, mentre nel suo complesso il giro d’affari ammonta a 300 mila euro dal 2013.

“Tutto è partito da un controllo da un controllo che periodicamente il nostro nucleo di polizia amministrativa effettua negli auto saloni”, spiega Lorenzo Ragona, comandante del compartimento della Polstrada della Sicilia Occidentale. Nel 2013 è stato scoperto qualcosa di sospetto all’interno dell’auto salone di Rita Di Piazza, di 49 anni, “Car import” in viale Regione Siciliana al civico 3865.

La mente della banda sarebbe il figlio: Giuseppe Megna, di 31 anni, sarebbe stato lui a cercare i contatti con meccanici compiacenti o con persone che per qualche centinaio di euro erano disposte a simulare incidenti stradali. Il suo braccio destro dalla faccia “pulita” sarebbe Giuseppe Taormina, di 29 anni, accusato di avere aiutato Megna a scovare siti internet specializzati in auto che avevano subito gravi incidenti stradali per intestarle poi a terze persone.

E’ qui che entra in campo la figura di Giuseppe Castelli, di 63 anni, che si sarebbe fatto più volte intestare i veicoli incidentati e si “vantava di trovare persone compiacenti per fingere incidenti stradali”. Infine sono stati arresti il meccanico all’interno dell’auto salone “Car Import” Orazio Fiorentino, di 38 anni che avrebbe smontato le auto che poi venivano riassemblate dopo aver contraffatto il numero di telaio nell’autofficina a Brancaccio di Salvatore Messina, di 55 anni.

Alcune auto sono state rivendute all’interno dell’auto salone in viale Regione Siciliana, altre in rete.Durante l’attività investigativa durata tre anni la polizia giudiziaria del comparto della Polstrada di Palermo ha individuato almeno 30 auto che erano state smontate e rivendute ad ignari acquirenti che sono stati individuati e interrogati. “I membri dell’organizzazione quando si sono accorti che noi eravamo sulle loro tracce hanno cominciato a dare fuoco alle vetture”, conclude Ragona.

Durante le indagini sono state utilizzate video camere nascoste, gps, intercettazioni ambientali e telefoniche. Giuseppe Megna è stato portato in carcere, mentre per gli altri sono stati disposti gli arresti domiciliari.

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