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San Cipirello, annullato il sequestro della “Vini del sud”

PALERMO. Il Tribunale del Riesame, accogliendo la richiesta della curatela fallimentare della società di San Cipirello “Vini del sud”, ha annullato il sequestro dell’azienda. Secondo il giudice per le indagini preliminari, i beni della “Vini del Sud”, per un valore di un milione e duecento mila euro, erano riconducibili ad Antonio Micciché, l’imprenditore della casa vinicola Calatrasi.

Per la Procura, che aveva sostenuto la tesi della necessità del sequestro, la società era un mero schermo per l'amministratore Miccichè, alla stregua di un'intestazione fittizia di beni.

Ma il sequestro fu inizialmente fermato dalla procedura di concordato preventivo avviata dalla "Vini del Sud" che, nel frattempo, però, è stata dichiarata fallita.

E sarebbe stato proprio il fallimento, secondo il giudice per le indagini preliminari che ne dispose il sequestro, a fare rientrare la "Vini del Sud nella sfera di titolarità della casa vinicola Calatrasi”.

Da qui il sequestro preventivo che, scriveva il giudice, vuole garantire che “i patrimoni non vadano dispersi o sottratti da chi, illecitamente, li ha conseguiti e ciò senza anticipare gli effetti di giudizi di merito penali o civili”.

Alla fine l’ha spuntata il legale della curatela fallimentare della società, l'avvocato Francesco Bertorotta, che ha sostenuto che il fallimento non faccia automaticamente rientrare i beni nella disponibilità di Calatrasi. E in ogni caso i beni già sequestrati a Calatrasi erano sufficienti per coprire l'eventuale danno.

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