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Almaviva, i dipendenti scrivono a Renzi: no ai trasferimenti

PALERMO. Sono 154 i lavoratori dei call center Almaviva di Palermo che ben presto dovrebbero spostarsi a Rende, in provincia di Cosenza. Dopo la lettera inviata dai sindacati per chiedere al vice ministro Teresa Bellanova di anticipare il tavolo al Mise convocato per il 20 per discutere dei trasferimenti, che scatteranno il 24 ottobre, su Twitter è arrivata la risposta.

«Almaviva, ho convocato il tavolo per la sede di Palermo mercoledì 12 ottobre alle ore 15 al Ministero dello Sviluppo economico». Lo ha comunica la stessa vice ministro, Bellanova.

I lavoratori del call center di Palermo hanno inviato una lettera aperta al presidente del consiglio Matteo Renzi preoccupati per il loro futuro lavorativo scrivono: “Illustrissimo Presidente, a quasi quattro mesi dalle trionfalistiche dichiarazioni di ‘salvataggio’ dei lavoratori Almaviva, ci si ritrova come in un déjà vu a dover rivivere le ansie e le angosce di una prospettiva priva di futuro. Ancora una volta la nostra azienda minaccia di riaprire le procedure di licenziamento collettivo perché, a suo dire, non ci sono i presupposti di tenuta dell’accordo, sofferto e contestato, sottoscritto il 31 maggio scorso”.

Secondo quanto scritto in una nota delle Rsu di Almaviva Contact Palermo di Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Ugl: “Molti dei 154 colleghi saranno costretti ad autolicenziarsi, e ciò non va nella direzione dell'accordo siglato il 31 maggio scorso al Mise”.

L'azienda minaccia di riaprire le procedure di licenziamento perché non ritiene esistano più i presupposti di tenuta di quell'accordo “che – scrivono le Rsu - ha dato l'illusione che l'azienda non avrebbe potuto più intraprendere azioni unilaterali e pretestuose, che avrebbe rispettato la dignità dei suoi circa 10 mila dipendenti, che avrebbe investito in innovazione, formazione e sviluppo considerando i lavoratori una risorsa e non un costo, che avrebbe puntato al rilancio dei centro più in difficoltà redistribuendo il lavoro in maniera più equa fra i vari centri produttivi”.

Al presidente del Consiglio si chiede anche che fine abbia fatto il tavolo di crisi sul settore dei call center che si è riunito una sola volta dalla sua costituzione, lo scorso marzo. “Le chiediamo di dare la dignità che meritano ai circa 80 mila addetti del settore dei call center che ogni giorno, 365 giorni l'anno, 24 ore su 24, con la massima professionalità e sempre col sorriso sulle labbra, forniscono ai cittadini italiani assistenza di tipo amministrativo, tecnico e commerciale per conto delle maggiori aziende fornitrici di servizi del Paese, a cominciare dai lavoratori Almaviva”.

Intanto i sindacati chiedono a Bellanova di anticipare il tavolo al Mise: “Ancora nessuna convocazione sui trasferimenti nonostante le promesse del vice ministro Teresa Bellanova. Il 20 ottobre è tardi per avere un tavolo che faccia azioni concrete – dice Rosalba Vella, della segreteria Slc Cgil Palermo –. Per questo stiamo invitando tutti a bombardare i profili twitter e fb per chiedere “ Teresa Bellanova convoca subito il tavolo per #Almaviva #siamotuttiAlmaviva #154deportazioni #maiarRENDErsi. Teresa Bellanova il 20 ottobre saranno già compromesse 154 vite, hai promesso di convocare il tavolo questa settimana, ma ancora nessuna risposta”.

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