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Tassa di soggiorno a Palermo, scontro sui soldi incassati

Attacco di Federalberghi: «Dove sono finiti?». Il Comune: «Gli operatori non effettuano bene la rendicontazione»

PALERMO. Quando fu istituita, fra mugugni e approvazioni, alla fine si disse che poteva aiutare il sistema -città ad attrarre più visitatori. Ma oggi la tassa di soggiorno diventa terreno di scontro. Con un botta e risposta fra il presidente di Federalberghi e il Comune.

La domanda, semplice semplice, che pone Nicola Farruggio è la seguente: «Che fine hanno fatto i soldi?». A Palazzo delle Aquile l'uscita del leader degli albergatori, nonché vicepresidente vicario di Confcommercio, viene interpretata come un attacco diretto al cuore dell'amministrazione, visto che la delega al Turismo l'ha tenuta per sè il sindaco, Leoluca Orlando. E la risposta non si fa attendere: «La quota non si può liberare perché gli operatori non effettuano bene la rendicontazione. E questo provoca ritardi».

La tassa di scopo, introdotta dal maggio 2014 (da1 a 5 euro al giorno per turista, a seconda del tipo di struttura ricettiva), è riuscita a portare nelle casse del Comune in circa tre anni qualcosa come oltre tre milioni di euro.

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