Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Tragedia in mare a Scoglitti, il racconto della poliziotta: "Così ho soccorso il bimbo"

SCOGLITTI. È stato un ferragosto «maledetto» quello di Lucia Scarpello, 40 anni, sovrintendente capo di Polizia presso il commissariato di Porta Nuova a Palermo, in vacanza da qualche giorno nel Ragusano in casa di amici a Scoglitti, a due passi dalla casa sul mare della fiction del commissario Montalbano. La poliziotta si è trovata nel mezzo di una tragedia che si è consumata su quella spiaggia e non ha esitato a prestare aiuto. Un tunisino di 49 anni che trascorreva il ferragosto in compagnia dei due figli di 11 e 12 anni entra in acqua quando vede in difficoltà per il mare mosso il ragazzo più grande che aveva cominciato ad annaspare. Il padre prova a
soccorrerlo ma anche lui ben presto si trova in difficoltà. È a quel punto che entra in azione Lucia, la poliziotta 'coraggio'.

«Ero scesa in spiaggia - racconta - giusto per una passeggiata, considerato che le condizioni del mare non erano buone e quindi avevo rinunciato al classico bagno. Ad un certo  punto ho sentito gridare un bambino in spiaggia che cercava di attirare l'attenzione dei bagnanti. Ho subito realizzato che non si trattava di uno scherzo e sono corsa: il bimbo mi ha indicato il fratellino più grande che stava annegando. Nonostante non sia una nuotatrice e abbia avuto una brutta esperienza col mare mi sono tuffata...».

Sono attimi drammatici quelli ricostruiti dalla sovrintendente di polizia: «Ho recuperato il bambino che era già semicosciente per aver bevuto parecchia acqua e l'ho riportato a  riva, l'ho rianimato e appena si è ripreso mi ha sussurrato: 'ora salva mio padre'. Solo a quel punto ho realizzato che in acqua c'erano altre due persone in difficoltà». Tra le onde infatti, si dibattevano il papà del bimbo e un giovane di 25 anni, anche lui lanciatosi in soccorso del piccolo. «Ho capito che da sola non avrei potuto farcela - spiega Lucia - così ho
organizzato una catena umana con altri bagnanti per raggiungere i due uomini. Il tunisino purtroppo era già privo di sensi e nonostante abbia provato a rianimarlo per oltre 40 minuti non sono riuscita a salvarlo. Quando è arrivata l'ambulanza del 118 il medico non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. Il giovane invece era ancora cosciente, è stato rianimato e trasportato in ospedale».

Lucia Scarpello, malgrado il coraggio dimostrato e la gioia per avere salvato la vita di un bimbo e di un giovane, non riesce a darsi pace: «Non sono un'eroina - assicura - ho fatto solo il mio dovere. Anzi ho il rammarico di non aver potuto restituire vivo il padre a quel bambino. Sono rimasta sino a tarda sera ad accudire i figli della vittima, in attesa che arrivasse da Vittoria la madre per il riconoscimento del marito. È stata un'esperienza drammatica».

La poliziotta, originaria di San Cataldo (Caltanissetta), sottolinea tuttavia il lato umano di questa vicenda: «Ho visto una partecipazione corale di tutti nel cercar di salvare la vita delle persone, senza guardare alla loro etnia. È l'unica nota positiva di un ferragosto da dimenticare».

Caricamento commenti

Commenta la notizia