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Scuola, trasferita in Veneto dopo 32 anni di precariato a Palermo

PALERMO. Per una vita ha insegnato scienze da docente precaria, a Palermo. A 6 anni dalla pensione è stata assunta a tempo indeterminato, grazie alla riforma della scuola. Non in Sicilia, ma in Veneto. Margherita Gugliemini, 61 anni, 2 figli, fa parte dell'esercito d'insegnanti (8 mila solo in Sicilia) costretti a lasciare casa e famiglia per trasferirsi al Nord.

La docente, una laurea in scienze biologiche, tre abilitazioni, è stata assunta a tempo indeterminato, dopo 32 anni di precariato. Quasi non ci sperava più. Dal primo settembre sarà una docente di ruolo a Portogruaro (Venezia) dove in attesa della pensione insegnerà igiene, anatomia e fisiologia dell'apparto masticatorio in un istituto professionale per odontotecnici.

«Insegno dal 1984. Nella scuola pubblica lavoro da 7 anni, ma per 24 anni ho insegnato in una scuola paritaria cattolica a Palermo. Lo Stato non mi ha riconosciuto in termini di punteggio il servizio prestato nella scuola paritaria. E questo mi ha penalizzato, a parità di titoli e anni di esperienza rispetto ad altri docenti», dice l'insegnante, che stamattina ha partecipato a un sit-in a Palermo contro il piano di immissioni in ruolo varato con la riforma della scuola.

«Questa assunzione - continua - stravolge la mia vita. Sono stata privata della libertà di scegliere, la riforma mi ha imposto un aut aut: o dentro o fuori. Se non accettavo l'immissione in ruolo in Veneto, la mia pensione sarebbe stata di 400 euro, dopo una vita spesa nel mondo della scuola».

«Avrei preferito continuare a insegnare da precaria a Palermo ma le graduatorie ad esaurimento utilizzate finora per inserire nelle scuole gli insegnanti, in base al fabbisogno degli istituti, non si sa che fine faranno. Con una busta paga da 1.300 euro al Nord sarò povera, spero - conclude - che il governo ascolti le nostre ragioni, altrimenti sarò costretta a fare le valigie».

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