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I giorni della grazia e della devozione: così batte il cuore per la Santuzza

PALERMO. Rosa tra le rose, a lei i palermitani devono la salvezza dalla morte nera. E dopo 392 anni, puntuali, ogni 14 luglio si ritrovano lì, per le strade e nelle chiese della città, a dirle grazie.

Lo fanno nel modo che conoscono meglio, organizzando per Rosalia, la loro Santuzza, un Festino che è il racconto di una devozione capace di camminare in equilibrio sul sottile filo del sacro e profano insieme.

Già, perché se da un lato ci sono la Cattedrale vestita (illuminata, per meglio dire) a festa - e popolata da centinaia di persone arrampicate in ogni dove possibile per «vedere meglio» - e l'andirivieni di fedeli da vicolo Brugnò, dove viene allestito un altare privato che esiste forse da sempre; dall' altro lato, invece, ci sono i babbaluci e lo scaccio, la drammatizzazione teatrale e i palloncini per i più piccoli, le luminarie e i fumi delle braci accese nei vicoli e nelle piazze dei quartieri storici.

Oltre 500 gli scatti «postati» dai lettori del Giornale di Sicilia, iscritti ad Instagram, che hanno deciso di partecipare all' ultimo #gdscontest lanciato dalla redazione di via Lincoln (@giornaledisicilia) insieme alla community Instagramers Palermo (@igerspalermo).

Il nome di questa nuova sfida fotografica «a tema», infatti, spiega tutto #ilmiofestino. Ai fotografi, professionisti o amatoriali che siano, è stato chiesto di raccontare attraverso i loro obiettivi proprio le giornate del Festino, da quelle che l' hanno preceduto fino ad arrivare al momento clou delle celebrazioni, la sera del 14. I lettori, comunque, hanno avuto tempo sino a ieri per «postare» i propri scatti.

«Per la 392esima volta Palermo si stringe intorno alla sua dolce Rosalia - esordisce Giovanni Surdi, sul popolare social network meglio noto come @gshark80 - in un tripudio di colori, luci, voci festanti, di odore di zucchero filato e gelato di campagna. È sempre bello ed emozionante il forte legame che stringe i palermitani alla Santuzza». Una devozione che «emerge in ogni dove, in ogni attività - aggiunge Giovanni, spiegando perché ha deciso di fotografare un chioschetto di bibite -. Santa Rosalia non è solo nella Cattedrale e in un carro festante, ma è sempre in mezzo a noi. Persino in un chioschetto di bibite...», conclude. Ed è anche nei ghiaccioli che i bambini del Grest di Santa Chiara hanno mangiato dopo aver pregato in vicolo Brugnò:

«Sono andata a vicolo Brugnò seguendo un centinaio di bambini del Grest di Santa Chiara - comincia a raccontare Eleonora Lo Iacono (@eleonoraloiacono), sua è la foto in bianco e nero di una bambina intenta proprio a mangiare un ghiacciolo -. Come da tradizione, si fermano davanti alla statua che gli abitanti del vicolo dedicano alla Santa, decorandola di meravigliose luci e delle foto degli anni passati.

Poi, dopo la preghiera - aggiunge ancora Eleonora -, Gaetano ha distribuito ghiaccioli per tutti e lei, la piccola nell' immagine, era lì, seduta in disparte, bellissima e dolce. Intorno a lei c'erano tutti i colori del vicolo, delle maglie delle squadre del Grest, dei ghiaccioli ad ogni gusto. Voglio bene a questa foto - conclude -, è il mio bellissimo ricordo di questo Festino».

E una foto ricordo è anche quella che Daniela Mangione (@man.dani) porterà con sé a Milano, dove vive e lavora. Fuori città da dieci anni ormai, aveva quasi perduto il conto degli anni che sono trascorsi dall' ultimo Festino a cui ha partecipato a quest' ultimo, targato 2016:

«Più passa il tempo e più mi rendo conto, tutte le volte che torno a casa, della bellezza drammatica di questa città», spiega.

«Nell'atmosfera del Festino, rivissuta dopo anni - dice -, passeggiare per le strade ricolme di colori e di odori antichi, sempre uguali a se stessi e per questo rassicuranti, mi ha fatto sentire come Alice nel paese delle Meraviglie». Cioè? «Piena di stupore per la magia intorno a me. Con questo scatto - conclude @man.dani - ho voluto congelare un' istantanea di tanta teatrale bellezza. Per portarla via con me, ovunque io sia».

Al contrario di Daniela, non salta un appuntamento con il Festino @fano 80, all'anagrafe Stefano Russo.

«Il Festino è sempre il Festino - esordisce, con una passione che è quasi contagiosa -. Lo seguo sin da piccolo e, tra alti e bassi, tra critiche costruttive e non, credo resti uno degli eventi più importanti di Palermo. Io amo il Festino - aggiunge Stefano, a cui dobbiamo uno scatto vista Cattedrale - proprio perché amo la mia città». E la sua gente, soprattutto. «È grazie a chi vive e sente ancora questo momento che non ne perdiamo la memoria e la tradizione - conclude -. Lo fotografo da sempre e sempre lo fotograferò».

È una dichiarazione d' amore, ma a metà, quella di Luca Emanuele, «seguitissimo» su Instagram dove è meglio noto come @demozz: «Il folclore e la bellezza della città restano. Il Foro Italico chiuso è fantastico sottolinea -. Resta sempre, però, una sorta di sensazione di incompiutezza» dovuta, a suo dire, ad una festa che «sembra ogni anno la stessa, forse per colpa del budget che si è ridotto. Quest' anno - confessa - sono stato in giro senza una meta precisa, per osservare la gente...». Quella stessa che affolla il corso Vittorio Emanuele incorniciato nella sua foto, o che si trova nella calca composta dello scatto di @pierotranchida.

In questa girandola vorticosa di volti, gesti, suoni, profumi, colori e gusti, non può non avere uno spazio tutto suo il carro: la leggenda del ritrovamento miracoloso delle spoglie di Rosalia racconta che, al passaggio delle ossa della Santuzza, nel momento preciso del canto del Te Deum laudamus, la peste si sia inspiegabilmente fermata; fu così, dunque, che i palermitani, per riconoscenza, la scelsero come protettrice della città, dedicandole il Festino che si celebra, appunto, con un carro trionfale introdotto nel 1686.

«Come ogni anno il Festino coinvolge una città intera - dichiara Silvio Gatto (@silvioabstract) - e sempre più turisti prendono parte alle celebrazioni della Santuzza. Mi rendo conto che mantenere il livello ogni volta alto è molto difficile e, si sa, i palermitani in passato sono stati abituati a grandi Festini. Può piacere o meno - conclude Silvio -, incontrare i gusti dei più o no, ma il carro resta il fulcro della festa, una delle parti maggiormente significative e attese dalla cittadinanza». Proprio come lo sono, ogni anno, questi giorni dedicati alla Santuzza. Perché - è inutile negarlo - i palermitani cominciano l'attesa del prossimo Festino già la mattina del 16. Loro, Rosalia ce l'hanno nel cuore. Rosa tra le rose, che non appassisce mai.

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