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Omicidio Licari a Partinico, ergastolo per il killer: "Incastrato dal Dna"

PALERMO. Nessuno sconto per Antonino Muratore, condannato all’ergastolo per l’omicidio di Baldassare Licari, capo cantoniere in pensione di 64 anni, originario di Borgetto. L'ex operaio  è stato ucciso nel novembre del 2013. Il corpo fu poi abbandonato nella Fiat Seicento intestata alla figlia nei pressi del ristorante "Don Vito", nella zona compresa tra Montelepre e Partinico.

A scatenare la furia omicida, una banale lite. Questa la ricostruzione del pm Dario Scaletta che ha individuato Muratore grazie a tracce di dna trovate su delle tazzine di caffè.  Secondo quanto scoperto dai pm, c'erano infatti state delle tensioni con i vicini. Due in particolare, tra cui proprio Muratore. In uno dei casi, era nata una pesante diatriba per una faccenda di confini terrieri e Licari era pure finito sotto processo per violazione di domicilio.

Due anni fa, la vittima si era inoltre presentata a casa di Muratore pretendendo che togliesse di mezzo un recipiente per la raccolta dell'acqua. I colpi che hanno ucciso Baldassare Licari, come ha accertato la successiva autopsia, sono stati sparati con due pistole diverse. Una 357 magnum e una calibro 22.

Alla famiglia della vittima – costituita parte civile con l’assistenza degli avvocati Mario e Salvino Caputo, Francesca Fucaloro e Nicola Nocera – è stata riconosciuta una provvisionale immediatamente esecutiva di 40 mila euro alla moglie, 25 mila euro a ciascuno dei tre figli.

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