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Pizzo al bingo, 3 arresti a Palermo: coinvolti i fratelli Vernengo

PALERMO. I carabinieri del Ros e del Comando Provinciale di Palermo hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal gip di Palermo su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, per estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni dei responsabili di una sala bingo del capoluogo.

Due dei destinatari della misura sono i fratelli Giorgio e Cosimo Vernengo, legati alla famiglia omonima di Santa Maria di Gesù. E oltre a loro c'è anche Paola Durante.  Le indagini dei carabinieri del Ros hanno permesso di appurare che gli indagati avrebbero preteso un pagamento di 50 mila euro nel 2015 alla Bingo Magic Star di via Villagrazia. Ma le estorsioni risalgono anche ad un periodo precedente, quando i vecchi gestori avevano già pagato 6mila  euro per mantenere il bar interno alla struttura che il boss rivendicavano come proprio.

I due fratelli Vernengo sono figli di Pietro, soprannominato “u Tistuni”, boss storico che sta scontando una condanna all'ergastolo per omicidio.

Anche Cosimo ha rischiato l'ergastolo. Si tratta, infatti, di uno dei condannati al "fine pena mai" e scarcerati quando sono state smascherate le bugie dei falsi pentiti.  Cosimo era finito in carcere nel luglio del 1994. Nel 1999 è tornato libero quando la Corte d’assise di Caltanissetta che lo ha assolto  per la strage,  lo ha condannato a 10 anni di reclusione per associazione mafiosa. Nel 2002 i giudici d’appello hanno stabilito  per Cosimo l'ergastolo e lui si è reso irreperibile. E’ stato scovato due anni dopo in una palazzina a Monreale. Nel 2011 la nuova scarcerazione, dopo che il processo per la strage di via D'Amelio è stato azzerato.

Questa mattina i carabinieri del Ros e del comando provinciale di Palermo hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip di Palermo su richiesta dalla Dda.

Gli inquirenti stanno ancora indagando attualmente sulle posizioni due detenuti:  Natale Giuseppe Gambino,di 57 anni e vice capo della famiglia e di Santa Maria di Gesù, e Salvatore Profeta, di 71 anni uomo d’onore della stessa organizzazione mafiosa

Le indagini già avviate sulla famiglia di Santa Maria di Gesù hanno consentito di documentare della estorsione ai gestori della sala. Le somme di denaro richieste erano consegnate dalle vittime a Paola Durante, indicata come responsabile per conto dei Vernengo della gestione del bar interno al bingo, dopo aver presentato  fatture emesse da due società per forniture e servizi mai effettuati.

L’autorità giudiziaria sta vagliando le posizioni dei due legali rappresentanti delle società che hanno emesso le fatture per operazioni inesistenti, che si ritengono essere state utilizzate dai fratelli Vernengo per dissimulare i pagamenti illeciti.

Cosimo Vernengo è inoltre accusato di aver costretto i responsabili della società proprietaria del bingo ad assumere la nipote di Salvatore Profeta.

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