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Duplice omicidio di Falsomiele: si suicida in carcere Carlo Gregoli, uno degli arrestati

Carlo Gregoli arrestato dalla polizia

PALERMO. L'avevano definita la "coppia diabolica". Lui, Carlo Gregoli, un dipendente comunale, la moglie Adele Velardo, una casalinga. Incensurati, insospettabili e con una passione per le armi. Accusati di un duplice omicidio erano finiti in cella a marzo. Oggi Gregoli si è suicidato impiccandosi.

Nelle scorse settimane il suo legale ne aveva chiesto la scarcerazione sostenendo che fosse gravemente depresso. Il gip aveva disposto una perizia che aveva stabilito la compatibilità del detenuto col regime carcerario. Nei giorni scorsi la seconda istanza che il giudice stava valutando.

Tanto da mettere Gregoli in osservazione nell'infermeria del carcere Pagliarelli e incaricare uno psichiatra di relazionare sul suo stato. Ed è nella cella dell'infermeria che il dipendente comunale si è ammazzato. I due coniugi, secondo la polizia, avrebbero ucciso, a marzo scorso, in pieno giorno, per strada Vincenzo Bontà e Giuseppe Vela.

A portare gli inquirenti, inizialmente indirizzati sull'omicidio mafioso visto che Bontà era genero di un noto capomafia, alla coppia di insospettabili furono le immagini di una telecamera piazzata nella zona del delitto e le rivelazioni di un testimone oculare. Un ignaro passante che ha prima udito le esplosioni, poi dallo specchietto retrovisore dell'auto su cui viaggiava ha assistito alla fase finale del delitto: quella in cui Gregoli avrebbe sparato alla nuca a Bontà, già ferito e inerme a terra. Un'esecuzione vera e propria.

Gregoli e la moglie - lui geometra al Comune, lei casalinga, entrambi tiratori esperti con una passione per le armi, avevano due calibro 9 con regolare permesso - furono fermati la notte dopo l'omicidio al termine di un lunghissimo interrogatorio. Non hanno mai ammesso nulla. Recentemente a carico di Gregoli era arrivata un'altra prova pesante: l'esame del dna. Su un bossolo trovato a terra sul luogo del delitto c'era il dna dell'arrestato. Quello che non è stato mai accertato con chiarezza, però, è il movente del delitto. Inizialmente si era parlato di vendetta in seguito a contrasti tra vicini, ma nessuna prova sicura è mai stata accertata.

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