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Il Festino ha già la sua Santuzza, Lorena Cacciatore: per me è come un Oscar

E' stata scelta da Lollo Franco: «Santa Rosalia è un simbolo, rappresenta un’icona per la mia città»

PALERMO. La sua agenda del 2016 è fitta d’impegni.

Ha recitato nelle fiction di Raiuno, «Tutto può succedere», la domenica in prima serata, dove era una maestra; arrivava il lunedì e, ne «Il paradiso delle donne», diventava una commessa simile a Marilyn Monroe, in salsa anni ’60.

E poi si è trasformata in una ragazza dedita agli eccessi in «Baciato dal sole».

Insomma, non s’è mai schiodata dalla tv. Ma è stata anche al Teatro Biondo in una pièce sull’attore dell’Ottocento Edmund Kean; e poi al cinema con la commedia «Mi rifaccio il trullo».

A luglio, invece, all’attrice palermitana Lorena Cacciatore non basteranno più le cose terrene e, proprio lei che ne «L’amore imperfetto» di Francesca Muci, era la giovane seduttrice di Anna Foglietta, diventerà niente poco di meno che Santa Rosalia, una che addirittura ha messo ko la peste a Palermo.

«È stato Lollo Franco a contattarmi e così, grazie a lui, torno per la seconda volta a Palermo, prima al Biondo e ora in un ruolo che per me è come vincere un Oscar, solo chi è palermitano può capirmi. E non certo per la fede ma perché la santuzza rappresenta un simbolo per la mia città, un’icona. Impersonarla è un’esperienza non solo professionale e culturale, ma anche umana».

Come si studia per diventare Rosalia, non lo rivela:

«Del progetto non posso dire nulla, mi è stato espressamente chiesto da Franco, ma posso garantire che sarà una bellissima sorpresa. Spero che la mia idea di Santa Rosalia coincida con quella di Lollo, perché siano entrambe congeniali all’idea comune della santa. Mi sento addosso una grossa responsabilità».

Di festini Lorena ne ha già visti tre: «Sono state esperienze emozionantissime, ricordo il sindaco balzare sul carro: anch’io ho gridato «W Palermo e Santa Rosalia». I capelli biondi come Rosalia, Lorena li ha. E anche la pelle chiara: «Io però non ho una chioma lunga: cercherò di convincere Lollo a lanciare una Santa Rosalia più moderna, con un taglio corto, la parrucca il 14 luglio non è proprio il massimo…».

Questa Lorena che si entusiasma per la santuzza di Palermo, otto anni fa ha lasciato la città, destinazione Roma, perché solo là certi sogni diventano veri. Ma i primi passi nel mitico mondo dello spettacolo li ha mossi qui. Per…pigrizia:

«Con il teatro fu amore a prima vista, scoccato al liceo psicopedagogico “Finocchiaro Aprile”: tra ginnastica e attività teatrali ho scelto queste ultime, senza pensarci due volte».

Poi tanta tv locale con Angelo Duro, diventato una «Iena», e la piccola parentesi della defunta soap tutta siciliana «Agrodolce», con un provino arrivato a proposito mentre già studiava con Maurizio Spicuzza: la trasformarono in Eleonora Scaffidi, la figlia del boss. A Roma ha frequentato l’Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, l’università italiana della recitazione:

«Come dice Lollo, io ho iniziato ca minutiedda e, a poco a poco, ho studiato, ho messo impegno e sono riuscita ad avere dei ruoli con tutte le difficoltà che oggi comporta fare questo mestiere. È vero, quest’anno sono stata in tv per parecchi mesi di fila ma, anche se copioni e sceneggiature cominciano ad arrivare anche a me, per le grandi produzioni, sono ancora in piena gavetta, a caccia di provini. È stato importante il regista Fabrizio Costa, un papà artistico con cui ho lavorato ne “La vita che corre” e “Rosso San Valentino”».

Lorena, che da ragazzina è piombata nell’inferno dei disturbi alimentari («Ne sono uscita quasi indenne») e ha avuto una lunga love story con l’attore palermitano Alessio Vassallo, spiega come sceglie i ruoli: «Sto molto attenta ai messaggi che trasmetto. Sento la responsabilità di ciò che dico».

Adesso sono già iniziate le riprese della seconda serie di «Tutto può succedere», mentre a ottobre ripartiranno quelle di «Il paradiso delle signore»: «E sto valutando anche due progetti cinematografici. Spero che la mia agente riesca negli “incastri” giusti. Ma servirebbe un miracolo». E lei, nel ramo, ha i suoi agganci…

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