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Simulazione di un incendio in nave, Kalsa blindata e divieti

PALERMO. Immaginate di attraversare via Torremuzza e non dovere più fare la gimkana tra tavolini e sedie di plastica, di non potere più respirare a pieni polmoni quella gustosissima aria al sapore di pesce arrostito. Immaginate, ancora per un attimo, di non potere più trascorrere la vostra pausa pranzo in fila dal buon «Chiluzzo», per uno dei suoi panini che neanche nel miglior ristorante gourmet. E chi frequenta la zona, sa di cosa stiamo parlando.

Infine - fate un ultimo sforzo - immaginate di imbattervi in uno Spasimo a porte chiuse, di dover rinunciare alla vista della chiesa di Santa Maria della Pietà dove i Serpotta lavorarono al gran completo e di passeggiare per una via Alloro senza dare un' occhiata a Palazzo Abatellis. Ecco, l'Apocalisse a Palermo è questa: la città privata della Kalsa. E, per un giorno, questo incubo diventerà realtà.

Domani, infatti, la nave traghetto Vincenzo Florio, in navigazione da Napoli a Palermo, con a bordo 100 passeggeri e 65 persone di equipaggio, comunicherà via radio alla Capitaneria di Porto di trovarsi alla fonda nello specchio di mare di fronte al Foro Italico per un problema tecnico a bordo che ha sviluppato un grosso incendio e che sarà la causa anche dello sprigionamento di una nube tossica che si diffonderà nel quartiere della Kalsa: uno scenario pauroso - apocalittico, appunto - che sarà realizzato realisticamente per permettere lo svolgersi dell' esercitazione della protezione civile prevista nell' ambito del progetto Impress, finanziato dalla Comunità Europea, che testa e vuole aumentare il livello di preparazione e capacità di risposta dei servizi di emergenza in situazioni di grandi crisi.

«Rivolgo un forte appello alla collaborazione dei cittadini - ha dichiarato nei giorni scorsi il sindaco Leoluca Orlando -, tenendo conto che un disagio sopportato oggi per una esercitazione così importante, serve a rendere più efficiente l' organizzazione nel caso ci sia un giorno una emergenza reale». Ipotesi, questa, a cui gli abitanti del posto (saranno coinvolti in 4 mila circa) non sembrano fare troppo caso: «Ce ne sono così tante cose che non vanno, signorina, che questo è l' ultimo dei pensieri» dice, senzagirarci intorno, un ragazzo che vive in uno dei budelli di questo ventre di Palermo. «Però, siccome ormai vediamo di tutto - rincara un anziano, che per ognuna delle sue rughe ha un aneddoto da raccontare -, facciamo anche questo. È giusto». Così domani, dalle 8 alle 14, si va in scena.

Una volta fatta la segnalazione alla Capitaneria di Porto, la nave passeggeri attiverà le proprie procedure di emergenza di bordo oltre alle squadre antincendio: alcuni mezzi che trasportano merci pericolose verranno aggrediti dalle fiamme e causeranno delle esplosioni, anche ferendo il personale impegnato nelle operazioni di spegnimento. E nel giro di poco, un' imponente nube di fumo avvolgerà i quartieri costieri vicini al porto.

Per l' esattezza, l'esercitazione interesserà la zona abitata compresa tra la Cala, via Alloro e piazza Marina. Cosa che, di fatto, comporteràalcune modifiche alla circolazione veicolare. Secondo quanto disposto dall'ordinanza a firma del primo cittadino, infatti: dalla mezzanotte di oggi e fino alle 14 di domani, sarà vietato sostare in piazza Marina; i mezzi pesanti e i pullman potranno percorrere l'asse dia via Foro Umberto I a via Francesco Crispi; verranno rimossi i dissuasori e aperto il varco all' incrocio tra Foro Umberto I e via Lincoln.

E ancora, a partire dalle 8 di domani sarà vietato alle auto circolare all'interno del «perimetro di salvaguardia», eccezion fatta per i veicoli obbligati a defluire dalla zona interdetta alla circolazione, quelli di soccorso, di servizio delle forze dell' ordine, della protezione civile o comunque coinvolti nell' esercitazione; dei mezzi del personale medico in emergenza, di coloro che a piedi devono recarsi al Tar, all' Agenzia delle Entrate, presso gli uffici comunali, regionali e dell' Università.

E «ai trasgressori saranno applicate le sanzioni penali previste dalle norme vigenti», si legge nell' ordinanza, oltre «alla denuncia all'autorità giudiziaria». Per l'esercitazione saranno messi a disposizione 5 mezzi aerei, 17 navali e 110 mezzi di terra. E sono previste fasi di ricerca e soccorso aeronavale diurne con metodi ottici, radar ed elettronici: il comando di bordo della Vincenzo Florio, infatti, deciderà di abbandonare la nave, i naufraghi saranno trasportati al porto, 5 persone risulteranno disperse e si attiveranno le ricerche in mare. Nel molo Puntone verrà allestito un punto di accoglienza e primo soccorso ed è in programma il trasferimento dei feriti verso l' ospedale Buccheri La Ferla (dove verrà testato il piano di emergenza ospedaliera in caso di maxiemergenza sanitaria).

Intanto, prenderanno il via anche le attività di analisi dell'aria per la verifica della natura e della concentrazione di sostanze tossiche e, dunque, il monitoraggio della diffusione della nube tossica. Una volta identificata l' area della città investita dal fumo, gli operatori delimiteranno con dei cancelli la zona rossa: la Kalsa, appunto. Saranno messi in sicurezza gli edifici e in salvo studenti e lavoratori; nei pressi di piazza Marina e del Foro Umberto ci saranno tende di assistenza e decontaminazione, un' unità di comando e un' area accoglienza gestita dal 12° Battaglione dei carabinieri.

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