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I boss avevano paura delle "cimici", summit di mafia anche all'ospedale

L'ospedale Cimino di Termini Imerese

PALERMO. I boss non vogliono più destare sospetti e per i summit prediligono luoghi all'aperto o del tutto non convenzionali. Come ad esempio all'interno di un ospedale. Lo hanno scoperto i carabinieri nel corso dell'operazione "Black Cat" che ha portato all'arresto di 33 persone.

Gli investigatori hanno filmato diversi incontri tra esponenti delle famiglie mafiose in aperta campagna, nei pressi del porto di Cefalù e perfino all'ospedale Cimino di Termini Imerese. Padrone di casa sarebbe stato Vincenzo Calderaro, dipendente dell'ospedale, finito ai domiciliari nel corso dell'operazione.

Il collaboratore di giustizia Antonino Giuffrè aveva fatto già nel 2002 il nome di Calderaro. "Vincenzo Calderaro - aveva rivelato l'ex capo del mandamento di Caccamo - che lavora all'ospedale di Termini Imerese ma è di Caccamo, è vicino a me ed a Diego Guzzino ed alla sua famiglia, e faceva anche da tramite per appuntamenti".

Al summit all'ospedale di Termini, che risale al 22 gennaio 2013, parteciparono Diego Rinella e Giuseppe Ingrao. In quell'occasione venne ufficializzata la nomina di Diego Rinella quale capo del mandamento di Trabia. Una nomina contestata da Stefano Contino. Nel corso degli incontri uno degli aspetti chiave era quello della riorganizzazione dei confini delle famiglie, dopo gli arresti delle ultime operazioni che avevano scompaginato Cosa nostra.

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