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Più concentrati con i NeuroGoggles: le lenti terapeutiche nate a Palermo

Una volta indossati, questi occhiali stimolano selettivamente determinate parti del cervello. Sono collegati con software che, attraverso dei giochi, attivano la funzione che si vuole riabilitare

PALERMO. Quando la tecnologia incontra la medicina: gli occhiali terapeutici interamente made in Sicily.

La startup del co-fondatore Massimiliano Oliveri lancia la sfida al mercato dei wearable device con i NeuroGoggles: lenti prismatiche che aiutano aumentando la concentrazione e la memoria.

Un successo nato dall’esperienza clinica nella neuro riabilitazione, ignorando (per fortuna) chi dice che fare ricerca e impresa in Italia, sia impossibile. E la culla dell’intraprendenza imprenditoriale si presenta, per l’ennesima volta, la Sicilia: regno di idee di successo nate da realtà piccole, ma dotate di un potenziale molto elevato.

A confermarlo è Massimiliano Oliveri, palermitano doc, medico specialista in neurologia, docente all’Università di Palermo e amministratore delegato dell’azienda Neuro Team, fondata nel 2014 da lui stesso con altri sette soci.

L’azienda nasce grazie al sostegno dell’incubatore d’imprese Arca, lanciato dall’omonimo consorzio in partenariato tra l’Università di Palermo e un gruppo imprenditoriale privato impegnato nel campo della ricerca industriale e del trasferimento tecnologico.

«Il nostro gruppo di ricerca è stato il primo al mondo a dimostrare, nel 1999, l’utilità della neuromodulazione non invasiva per la riabilitazione dei deficit cognitivi - spiega Oliveri- In quell’occasione si cominciarono ad utilizzare i campi magnetici per stimolare in modo non invasivo parti del cervello in pazienti con lesioni cerebrali. Dopo 15 anni di ricerca in questo campo, abbiamo maturato l’idea di sviluppare strumenti indossabili e a basso costo per ottenere lo stesso effetto di stimolazione cerebrale dei campi elettromagnetici, ma senza applicare correnti sullo scalpo».

I NeuroGoggles sono un’invenzione esempio di strumento indossabile che stimola selettivamente parti del cervello. Eesercitano un effetto su funzioni cognitive specifiche e, per realizzarli, sono stati riadattati degli occhiali prismatici, già esistenti, collegandoli con software che con dei giochi stimolano, di volta in volta, la funzione che si vuole riabilitare o potenziare.

Quando si indossano gli occhiali, inoltre, si ha l’illusione che gli oggetti siano spostati rispetto alla loro posizione reale. Per raggiungere un determinato oggetto, il soggetto dovrà focalizzare maggiormente la sua attenzione, esercitando determinate zone del cervello, il quale, alla lunga, sarà allenato a correggere ogni errore. Questo si traduce in una riabilitazione più efficace in termini di intensità, rapidità di insorgenza e durata degli effetti. Dunque, gli  effetti sul cervello di questo meccanismo sembrerebbero essere equiparabili a quelli prodotti dalle onde elettriche o magnetiche, ma sono dotati di più vantaggi.

«La nostra ricerca riguarda le neuroscienze, e in particolare i disturbi cognitivi e comportamentali conseguenti a lesioni cerebrali, come ictus, malattia di parkinson, demenze, traumi cranici, dislessie e autismo- continua Oliveri- In questo ambito, a parte attrezzature scientifiche, è necessaria molta fantasia che nel nostro caso è utile per realizzare strumenti indossabili a basso costo per la neuroriabilitazione. Una ricerca di questo tipo è realizzabile anche in territori dove è più preciso l’accesso a finanziamenti. L’immediata trasferibilità – conclude il professore- nella pratica clinica delle nostre ricerche, le rende inoltre più accessibili al grande pubblico, riducendo quell’alone di indifferenza che circonda la ricerca e che è purtroppo conseguente alla scesa cultura scientifica del nostro paese».

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